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Quarta Repubblica, Alessandro Sallusti sul caso Eni-Nigeria: "Danno enorme alla prima azienda del Paese e quindi anche al Paese"

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Si è parlato anche del processo Eni-Nigeria nello studio di Quarta Repubblica nella puntata andata in onda ieri su Rete 4. Il caso riguarda il procuratore aggiunto di Milano Fabio De Pasquale e il pm Sergio Spadaro, indagati dalla Procura di Brescia con l’ipotesi di rifiuto di atti d’ufficio nell'ambito del processo Eni-Shell Nigeria. Secondo le accuse, pur avendo la consapevolezza della falsità delle prove portate dall’ex manager di Eni Vincenzo Armanna, i pm avrebbero omesso di mettere a disposizione delle difese e del Tribunale gli atti in questione nel corso del dibattimento sul blocco petrolifero Opl245.

 

 

 

Tra gli ospiti di Nicola Porro c'era anche il direttore di Libero Alessandro Sallusti che a tal proposito ha detto: "L'Eni per difendersi in giudizio ha speso 110 milioni di euro, soldi dei contribuenti. Questa inchiesta ha provocato un danno enorme alla prima azienda del Paese e quindi anche al Paese!". L’inchiesta bresciana, nello specifico, riguarda un video tra Armanna e l’avvocato Piero Amara e i documenti, a loro trasmessi dal pm Paolo Storari, relativi a un un versamento di 50 mila dollari da un conto dello stesso Armanna a un teste, Isaak Eke.

Qualche giorno fa i giudici di Milano hanno depositato le motivazioni del verdetto d’assoluzione di tutti e 15 gli imputati accusati nel processo Eni-Nigeria. Tra questi c'erano anche diversi membri delle due compagnie petrolifere. Le motivazioni contenevano anche un duro attacco nei confronti della procura, colpevole – secondo i giudici – di avere ignorato un documento a favore degli imputati.

 

 

 

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