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Vaccino, Pietro Senaldi a Quarta Repubblica: "Quel drammatico errore sul siero che condanna l'Italia"

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Si parla di coronavirus a Quarta Repubblica. Nella puntata di lunedì 20 dicembre, nel salotto di Nicola Porro su Rete 4, è intervenuto Pietro Senaldi. Il condirettore di Libero ha bacchettato i tanti esperti che saltano di programma tv in programma. Secondo il direttore infatti "sono state dette frasi a sproposito, perché bisognava far vaccinare tutti, quando la spari grossa la realtà ti smentisce. Il vaccino è stato caricato di una valenza salvifica, tutto questo ha fatto il gioco dei novax e adesso la gente è nel panico". 

 

 

A differenza di quanto fatto credere a inizio somministrazioni, il siero contro il Covid non dura in eterno e i primi effetti li vediamo nel bollettino giornaliero. I dati del ministero della Salute mostrano una crescita di contagi costante. Questa, appunto, spiegata dai virologi come l'effetto della fine della durata del vaccino, che si affievolisce sempre più. Forse anche per questo il premier Mario Draghi ha deciso di rendere obbligatoria l'esibizione di un tampone negativo, oltre che al Green pass, per tutti coloro che entrano in Italia. Anche per chi è già vaccinato. I benefici? Ben pochi secondo il direttore. "Questo ha più costi - ha spiegato -, è vero anche che se Omicron è meno letale non possiamo continuare a comportarci come aprile dell'anno scorso".

 

 

Un chiaro messaggio al presidente del Consiglio che, come Giuseppe Conte, "ha la stessa esigenza, ossia governare senza la politica e i partiti". L'unica differenza tra i due? "Se lo stato di emergenza l'avesse prolungato Conte - ha concluso Senaldi -, l'avrebbero crocifisso e lui per restare al governo si sarebbe fatto crocifiggere". E invece l'ex numero uno della Bce ha rinviato la scadenza trovando l'accordo di tutti. O quasi.

 

 

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