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Otto e Mezzo, Monti inchioda Cacciari: "Ha forse cambiato idea?", si scatena il caos

Claudio Brigliadori
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Da premier non ha avuta molta fortuna, Mario Monti. Da candidato e leader politico, ancora meno. Perlomeno però il professore potrà da oggi fregiarsi di un titolo pressoché unico: è stato il solo a mettere in difficoltà dialettica Massimo Cacciari in un talk. Il fattaccio è avvenuto negli studi di Lilli Gruber, a Otto e mezzo, dove i due autorevoli commentatori sono presenza ricorrente. Vulcanico e debordante il filosofo, pacatissimo ma tagliente come una lama l'economista. Parte in quarta l'ex sindaco di Venezia, che nei mesi scorsi si era ritagliato il controverso ruolo di capopopolo anti-Green pass «I governi di larghe intese con i tecnici? Veniamo da una stagione politica in cui i partiti hanno solo creato caos», ricorda.

 

«Il Quirinale ha sempre avuto un ruolo un po' come il preside a scuola. Spesso è suonata la campanella e il presidente della Repubblica ha interrotto la ricreazione dei partiti consigliando la strada da seguire. Si mettessero almeno d'accordo i partiti prima del voto, ma non sono in grado di farlo».

 

Insomma, il suo giudizio sulle maggioranze tutti-dentro non è propriamente tenero, siano esse state guidate da Monti o dall'altro Mario, Draghi. A questo punto non può esimersi dall'intervenire il Loden, chiamato in causa direttamente: «Lei - ricorda a un imbarazzatissimo Cacciari - nel 2012 mi scrisse una lettera in cui chiedeva di candidarmi. Ha forse cambiato idea?». Punto sul vivo, l'intellettuale rivolta la frittata da par suo, da polemista provetto: «Doveva mettere fine alle ammucchiate». Non c'è che dire: 10 anni dopo, possiamo confermare che Monti non ci è riuscito mentre Cacciari è andato lontanissimo dall'azzeccarci. Per la gioia della Gruber, è stavolta l'ex SuperMario a vestire i panni del profeta (di sventura): «Se il centrodestra governerà bene, durerà poco perché governare bene vuol dire stare bene in Europa».

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