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Propaganda Live e Diego Bianchi? Che pena il maestrino rosso

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Luca Beatrice
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Con la destra al governo c'era da aspettarselo che la satira riprendesse quota, affilasse gli artigli per mostrarsi agguerrita come era stata ai tempi del berlusconismo. Anche se il tempo passa, gli attori e i tempi cambiano, per l'umorismo televisivo i cavalli di battaglia restano sempre gli stessi e "Propaganda Live", la fortunata trasmissione condotta da Diego "Zoro" Bianchi su La7 lo dimostra ampiamente.

Si torna a parlare di migranti esattamente come quando Salvini era ministro dell'interno, con quelle stesse modalità da eterno ritorno per le quali basterebbe sostituire un filmato con un altro e tutto risulterebbe uguale, persino i commenti degli esperti, allora come oggi. Più di ogni altra cosa, si batte su un chiodo fisso: la supposta superiorità culturale, e di conseguenza etica, della sinistra. Loro sono colti, noi degli zoticoni, questo l'assunto in poche parole e per dimostrarlo sorrisini di supponenza, strizzatine d'occhio tra noantri, battersi di gomito a sigillare l'intesa dei giusti, è tutto un proporre ed evidenziare gaffe, errori, sviste che solo la generosa intelligenza mancina rimette a posto, a segnalare l'insipienza e l'ignoranza dell'avversario.Basta una buona scuola di scrittura o drammaturgia a suggerire che qualsiasi frase, estratta da un contesto più ampio, risulta facilmente strumentalizzabile. Mala televisione della satira è così, usa ancora il vecchio sistema del blob (nella finta intervista al ministro Sangiuliano passata la scorsa puntata l'effetto parodia ricorda i programmi di Arbore, 40 anni dopo), con la variante del web, dove peraltro è vero, si scrivono un mare di sciocchezze, senza pensarci e neppure rileggere, cosa che andrebbe regolarmente fatta per non incorrere in sciagure.

SINISTRA SNOB
"Propaganda Live" raduna tutto ciò che della tv non mi piace, l'aria della sinistra snob che si respira fin dal design dello studio, nell'abbigliamento del suo conduttore (un'orrida Tshirt troppo stretta a segnare la pancia), nonché la voce garrula; detesto il tono da esperto dell'esperta, abolirei le maestrine dalla penna rossa che ai prediletti spiegano e agli altri danno i voti. In particolare, sempre nella puntata di venerdì scorso, gli inciampi destri, a dire il vero evitabili con una lieve accortezza (esperti ne hanno, prima di pronunciarsi chiedano a Vittorio Sgarbi o a me, siamo ben lieti di prestare mutuo soccorso culturale), riguardavano la storia dell'arte, ecco perché mi sento chiamato in causa. Un'interpretazione discutibile della pittura impressionista e di Gauguin, apriti cielo: andrebbe spiegato agli autori che la grande arte non è mai univoca, che un quadro non è una formula matematica, non corrisponde pertanto al principio di esattezza, così come un libro o un film. E invece no, esiste una sola verità, la loro, guai a chi tocca.

ESPERTI DI PIETISMO
Nel corso delle interminabili tre ore di programma sono stati presi di mira parecchi esponenti del nuovo governo per la loro ignoranza in campo culturale, con un'aggressività di toni che non ricordavamo neppure ai tempi di Bondi o di Galan. Però c'è un vantaggio: la sinistra, nei toni, è rimasta quella capalbiese, insopportabile e saccente, la destra può mettersi a studiare e imparare in fretta, con meno ansia di apparire, controllando meglio le affermazioni. Sarebbero peccati veniali, per quanto molesti, rispetto alla narrazione portante, il dramma della migrazione. E qui si nota la differenza: anche la destra si preoccupa dell'emergenza umanitaria (dei cittadini come dei profughi) e cerca soluzioni di natura politica e sociale. La sinistra, in particolare quella così ben rappresentata in tv, si sfoga con la pornografia del dolore, a tratti disumana, sempre voyeuristica e cinica, il cui scopo principale è fare del pietismo per intimidire l'avversario. "Propaganda Live", insomma, riporta in prima serata antichi vizi spacciati come nuovi. Difficile sarà trovare un dialogo, sulla cultura e ovviamente sul resto.

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