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Giovanna Botteri, impensabili rivelazioni: "Quando le spiagge non sono affollate..."

Claudio Brigliadori
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La porti un bacione a... Trieste. Una commossa Giovanna Botteri regala ai telespettatori di Unomattina una versione più intima di sé, assai lontana dal ruolo di integerrima inviata Rai dalle capitali cuore del mondo. Dimenticati per qualche minuto Donald Trump e Biden, il regime comunista di Pechino e la dolce vita di Parigi, la giornalista si collega con Massimiliano Ossini nel corso dello storico programma mattutino di Rai 1. Il tema è particolare: Trieste, la capitale austro-ungarica del Venezia Giulia nonché città d'origine proprio della Botteri.

«Nel lontano 2000 - ricorda Ossini -, facevo il mio primo programma per ragazzi: sono stato a Trieste e sono tornato a casa con una ampolla contenente la Bora!». Al Senatùr Bossi scapperebbe un sorriso. «In quell’anno è stato aperto il Museo della Bora e nella mia ampolla era contenuta la Bora soffiata nel 1997. La Bora è un vento importante, a Trieste qualunque cosa è particolare e tutto ha un senso per quel territorio», riflette Ossini.

 

Giovanna ascolta, annuisce, quasi quasi si lascia scappare una lacrima: «La Bora è un vento dell’est: arriva, può renderti matto, può renderti strano, ma può renderti anche felice, perciò hai fatto bene quella volta a portare via con te un po’ di Bora». Anche poetessa. Ogni anno, a fine estate, torna nei suoi luoghi natii: «Quando le scuole ricominciano ma c’è ancora la dolcezza del sole e del mare. È il periodo che amo di più per andare a Trieste, quando le spiagge non sono più molto affollate e si possono fare dei bellissimi giri in barca a vela. Per me quello dell’estate che sta finendo è dunque il periodo in assoluto migliore». Via con la bora, rigorosamente.

 

 

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