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Lilli Gruber, "abbiamo fior di giornalisti": come zittisce Giuseppe Conte

Claudio Brigliadori
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«Presidente», «Presidente Conte», «Basta così». Non ci ha messo molto Lilli Gruber a dimostrare la sua insofferenza perle tecniche da svicolone di Giuseppe Conte. Il leader M5s sbarca a Otto e mezzo, su La7, sciorinando tutto il suo arsenale di finte e contro-finte alla Andrea Margheritoni, mezzo destro (una volta) e mezzo sinistro (oggi, tutto). 

La giornalista, rigore altoatesino e occhi all’insù da madama parigina spazientita ma con garbo, lo richiama più volte all’ordine con fare da professoressa. «L’alunno è dotato, ma non si applica», si direbbe. Di sicuro non studia abbastanza. Quando la padrona di casa gli chiede se anche lui la pensi come Moni Ovadia sulla Russia, parte per la tangente: «Abbiamo offerto il palco come spazio alternativo a tante persone e voci del Paese che normalmente non hanno spazio nel pensiero unico dominante». Gelo: «Non voglio parlare di Moni Ovadia, lei la pensa così?». 

Quindi Giuseppe prova a rifarsi picchiando duro sul governo ma peggiora la situazione. Domanda: «Come giudica quanto fatto sin ora dalla Meloni?». Ne nasce un botta e risposta sorprendente: «Malissimo, mi ha sorpreso, io ero anche un po’ abituato alla destra sociale...». «Però... record di occupazione». «Eh, ma i dati vanno letti bene. C’era già una risalita nell’ultimo quadrimestre del 2021 ed è continuata. Il problema è come si distribuisce l’occupazione e la qualità. Il precariato non funziona». «Ma il numero dei non-precari è aumentato». 

 

A quel punto, stizzito, ribalta la frittata: «Perché non ci aiutate a parlare di questo? Perché, Gruber, non ci fa una puntata?». «Abbiamo fior di giornalisti...», replica Lilli rossa di rabbia più che di imbarazzo. Tradotto: niente lezioni. Non da Conte, almeno.

 

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