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Zaki da Fazio, non una parola su Hamas. Il giallo della frase "censurata dal traduttore"

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"Dico sempre che la violenza produce violenza. Con la pace ci deve essere giustizia". Patrick Zaki approda finalmente da Fabio Fazio, ospite di Che tempo che fa sul Canale 9. L'intervista doveva andare in scena la scorsa domenica, per il debutto del talk, ma è saltata a causa delle polemiche per i post filo-Palestina, anti-Israele e mai critici nei confronti di Hamas pubblicati sui social dallo studente egiziano dell'Università di Bologna. 

L'intervista, alla fine, risulta molto ecumenica ma con un piccolo giallo, sollevato da un telespettatore. "Dovremmo far attenzione a una soluzione politica. Ci sono persone che muoiono ecco perché i nostri pensieri devono andare alla pace. Chiedere ai leader del mondo di prodigarsi per la pace per i civili. Parliamo di pace", ripete Zaki, misurando questa volta le parole su Israele. 

"Tutti noi dobbiamo pensare alla pace, come riportare gli ostaggi indietro. Bisogna trovare una soluzione politica" alla crisi in Medio Oriente, ripete citando "l'Onu e il Papa" che "hanno parlato della crisi umanitaria". Nel corso del faccia a faccia con Fazio, c'è stato qualche intoppo con la traduzione simultanea dall'inglese all'italiano. E un telespettatore, sui social, adombra un sospetto: "Il primo traduttore, sbaglio o non ha tradotto le parole di Zaki sull'attacco all'ospedale, alla chiesa e alla Moschea?".

La seconda parte dell'intervista è tutta dedicata al libro autobiografico in uscita, Sogni e illusioni di libertà - La mia Storia e al drammatico racconto della sua ingiusta prigionia. "C'erano delle gabbie per le persone che avevano problemi medici. Non so come si possa trattare un essere umano in questo modo. Stavamo un po' tutti nelle gabbie come animali". "Le prime ore sono sempre le più difficili, perché sei soggetto potenzialmente a torture psicologiche, non sei dove sei, perdi il controllo di tutto quanto. E' stato il momento più difficile". "Non hai paura che ora, tornando in Egitto, tu possa rischiare per questo libro?", gli chiede a bruciapelo Fazio. Zaki appare quasi spiazzato: "Io parlo di quello che mi è successo. Non c'è niente di non vero. Dobbiamo assumerci dei rischi e delle responsabilità per migliorare la situazione, anche per tutti coloro che sono ancora prigionieri. Questa è una grandissima speranza, quando ho scritto il libro l'ho fatto per quello".

 

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