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Vincenzo De Luca polverizza il Pd: "Più perdi e più vai avanti"

Claudio Brigliadori
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A Paolo Del Debbio scappa una sonora, prolungata risata quando Vincenzo De Luca, governatore Pd della Campania, spara a zero sul suo stesso partito. L’ex sindaco sceriffo di Salerno, una settimana dopo essere stato ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa (in un’atmosfera un po’ più imbarazzata), fa il bis a Dritto e rovescio, su Rete 4, ed è l’ormai noto show di silenzi, sospiri, occhi fissi nel vuoto, battute fulminanti. Il Ras dei dem nel Mezzogiorno ha più volte definito i suoi colleghi di partito «anime morte», «imbecilli», «miserabili», «cialtroni». 

«Tutti epiteti pienamente appropriati, mi creda», ribadisce da Del Debbio. «Nel Pd è in atto un metodo di selezione in negativo: più perdi e più vai avanti. Non si valorizza il merito ma le correnti, le consorterie, le tribù. Uno come me è scomodo perché ho assunto da sempre un principio irrinunciabile, che è il seguente: la verità viene sempre prima delle bandiere di partito. Punto, è chiaro?». 

 

Che De Luca sia una mosca bianca nella “cosa rossa” di Elly Schlein lo confermano anche le sue parole sul tema sicurezza, un tabù a sinistra (chiedere conto al sindaco di Beppe Sala): «Bisogna intervenire a 360 gradi, nelle scuole dove occorre recuperare il principio di autorità che è stato completamente annullato, nei quartieri, nelle associazioni di volontariato, nelle famiglie. Ma arriviamo sempre a un punto nel quale è necessaria la repressione: dobbiamo abbassare l’età della punibilità per quanto riguarda le fasce giovanili e dobbiamo avere forme di controllo nelle notti della movida, anche intervenendo in maniera dura sul tema della repressione. Chiariamo: l’ordine pubblico non coincide con la repressione è un tema più complesso». Ma vale sempre la tolleranza zero, anche e soprattutto nei confronti delle manfrine buoniste.

 

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