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Michele Santoro, raptus contro Floris: "Questo non è complesso!"

Claudio Brigliadori
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Dalla cura Ludovico al metodo Santoro. Zio Michele, ospite di Giovanni Floris a DiMartedì su La7, parte in quarta commentando la nomina a Capo di Stato maggiore della Difesa Roberto Vannacci. Ancora lui, sempre lui. «Prima di tutto, quelli che comprano il libro di Vannacci fanno bene, perché si meritano quella punizione. Quindi lo leggano e verranno puniti per averlo comprato. Vannacci dovrebbe essere un altro elemento di garanzia per noi, invece dice nel suo libero che gli omosessuali non sono normali».

La soluzione, spiega Santoro, è semplice: «Non capisco perché ci voglia tanto tempo per capire se ha detto bene o ha detto male, le ha scritte, sono lì. Lui oggi è nello Stato Maggiore dell’Esercito. Se tu hai un figlio gay che sta in una caserma dell'esercito e poi viene bullizzato, questo signor generale si sentirà un po’ responsabile per le cose che ha scritto oppure no?». Semplice semplice, come passare da Giulia Cecchettin alla Palestina nello stesso ragionamento. «Tanti di noi andranno a dormire con questo interrogativo lanciato da un padre in una Chiesa: “Come è potuto accadere?” e “Cosa possiamo fare?”. Io mi chiedo: com’è possibile che noi tutti sentiamo questa responsabilità di dover cambiare per la storia di Giulia, invece stiamo assistendo a un massacro di donne e bambini, 138 persone che rischiano di restare nelle mani dei loro rapitori, senza sentire la stessa responsabilità. Ci sentiamo impotenti, avvertiamo l'impotenza del governo».

 

Floris, un po’ spiazzato, abbozza: «Forse perché avvertiamo la complessità di quella situazione, invece il caso di Giulia ci sembra così semplice». Replica di Santoro: «Ma non è così complesso dire “innanzitutto fermiamo le armi”, eh, questo non è così complesso». Già, facilissimo.

 

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