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Scurati a Propaganda Live, la frase choc: "La Russa abusivo alla Scala"

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Il presidente del Senato Ignazio La Russa "sarà sempre un abusivo alla Scala, anche se siede nel palco reale". Antonio Scurati, scrittore e firma di Repubblica, non molla la presa e anche ospite di Diego Bianchi in arte Zoro a Propaganda Live, su La7, torna ad attaccare la seconda carica dello Stato dopo quanto accaduto alla Prima della Scala giovedì sera.

Lo spunto è l'urlo di un isolato contestatore, l'ormai noto Marco Vizzardelli: "Viva l'Italia antifascista". Scurati, in studio da Zoro, fa un passo indietro: "Alla vigilia della Prima le maestranze del sindacato Cgil avevano detto che non avrebbero salutato chi non si è mai dichiarato antifascista. Ecco, io sto con le maestranze della Scala".

"Qui c'è qualcosa su cui dobbiamo riflettere. Il presidente del Senato non è di casa alla Scala, anche se sta nel palco reale, perché non ha mai rinnegato il fascismo e il neofascismo da cui proviene - rivendica Scurati -. Non sono io a dirlo, ma la Scala e la sua storia. Da secoli si coniugano libertà e creatività. All'inizio del Risorgimento gli antenati delle maestranze di oggi si commuovevano unendosi al coro del Nabucco".

 



"La Russa sarà sempre un abusivo alla Scala". Guarda il video di Scurati a Propaganda Live

 

"La Scala - prosegue l'intellettuale - è il teatro che fu distrutto dalle bombe sganciate dagli inglesi nell'agosto del 1943 e attirate sull'Italia dalla sciagurata leadership politica di Benito Mussolini e il teatro in cui nel 1946 in cui decine di migliaia di milanesi si assieparono per sentire il concerto di Arturo Toscanini, bandiera dell'antifascismo internazionale, che significava il ritorno alla vita dopo l'apocalisse della dittatura fascista".

"Chiunque non partecipi a questa storia - conclude con enfasi Scurati -, chiunque non si dichiari antifascista dopo essere stato neofascista e avere in casa il busto di Mussolini può anche sedere nel palco reale ma sarà sempre un estraneo". Applausi scroscianti in sala in un clima, surreale, da Resistenza televisiva.

 

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