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Califano senza limiti su Rai 1, vittima della miopia radical-chic: le ragioni del successo

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Klaus Davi
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Vi proponiamo "Tele...raccomando", la rubrica di Klaus Davi dedicata al piccolo schermo

CHI SALE (Califano)
Un risultato davvero ragguardevole quello del film TV dedicato a Franco Califano tratto dal libro Senza manette scritto dallo stesso Califfo insieme a Pierluigi Diaco. Collocato nel prime time domenicale di Rai 1 proprio sulla scia del successo del Festival di Sanremo, ha vinto la serata col 22.8% di share e 4.174.000 spettatori. Ha catturato l’attenzione grazie a una trama evidentemente avvincente tra gli exploit dell'artista, soprattutto come autore di pezzi celebri per interpreti del calibro di Edoardo Vianello, Ornella Vanoni, Mia Martini e la scoperta di nuovi talenti come i futuri Ricchi e Poveri, i suoi amori, in particolare quello per Mita Medici, il rapporto travagliato con la figlia Silvia e le vicissitudini giudiziarie che ne hanno minato la carriera.

La domanda è perché Califano, a quasi 11 anni dalla morte, susciti ancora tanto interesse. Rappresenta un'Italia anticonformista ma non snob, una sincerità disarmante al limite dell'autolesionismo, in lui si riconoscono in qualche modo tanti “perdenti” che lo percepiscono come vittima della miopia radical chic. Non a caso il film centra i target del Primo Canale: over 65 al 24%, titoli di studio elementari al 23% e Centro-Sud sugli scudi mediamente oltre il 22%.

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