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Mara Venier a processo su La7, Fornero-Giannini scatenati: assedio in tv

Claudio Brigliadori
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Lunedì sera Lilli Gruber, a Otto e mezzo, aveva invitato Mara Venier ospite nel suo programma per difendersi dalle accuse della sinistra sulla “censura” a Domenica In. Poche ore dopo, però, su La7 è già partito il processo politico contro Zia Mara, nuova nemica pubblica dei cosiddetti progressisti. A DiMartedì nelle vesti di giudice c’è addirittura Elsa Fornero. «Guardi- replica l’ex ministro del Welfare a Giovanni Floris-, per una persona che si considera seriamente liberal-democratica, ogni volta che ci sono interventi in cui si vuole tagliare l’intervento di qualcun altro, siamo - non vorrei usare parole troppo pesanti -, però non mi sembra che... non siamo in una Rai in cui la libertà e anche il ritegno siano la regola, ecco».

Quindi prende la parola Massimo Giannini, dalla Gruber la sera prima e ancora più pesante. Si riparte dal Festival: «Con tutto l’affetto per Zia Mara, come si fa chiamare, lei è stata la ciliegina sulla torta – incalza l’editorialista di Repubblica -. Abbiamo visto due artisti che pronunciano ed espongono il loro pensiero in maniera moderata. Ghali dice stop al genocidio, che ci sia in atto una strage è evidente, ma lo ha detto con tutto il garbo possibile. A quel punto Mara Venier legge un legittimo comunicato dall’ad Rai ma sente il bisogno di dire che naturalmente noi condividiamo. E questo lascia perplessi: perché tu che conduci devi condividere? Quella dopo è ancora peggio. Dargen ha fatto un ragionamento lineare e tu vedi il terrore negli occhi della Zia Mara. La Venier è una straordinaria professionista, cos’ha da perdere?».

 

E giù con lo slogan preferito: la Rai è stata «trasformata nell'Eiar del Ventennio. Ora tutti hanno occupato la Rai, tutti hanno lottizzato la Rai, ma la gioia feroce con la quale lo fanno gli attuali membri della maggioranza io non l’avevo mai vista».

 

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