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Roberto Sergio, ad Rai sotto scorta dopo il comunicato su Israele

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Chiamiamolo effetto-Ghali. Che succede? Succede che dopo le polemiche per il comunicato Rai firmato dall'ad, Roberto Sergio, e letto da Mara Venier nel corso dell'ultima puntata di Domenica In, lo stesso Sergio finisce sotto tutela personale.

La decisione è del Viminale ed è dovuta, ovviamente, a ragioni di sicurezza. Dopo la presa di posizione sulla guerra in Medio Oriente, arrivata da parte di Sergio dopo le accuse di genocidio di Ghali, l'ad infatti è stato bersagliato da molteplici minacce. E ancora, ieri - martedì 13 febbraio - a Napoli gli scontri tra manifestanti pro-Palestina e polizia sotto alla sede Rai del capoluogo campano: violentissimi scontri tra chi voleva assaltare la Rai e le forze dell'ordine.

Per Roberto Sergio si tratta del livello di protezione più basso e che prelude alla scorta personale. Un caso, in ogni caso, emblematico. Come detto il ministero dell'Interno ha preso il provvedimento sulla base delle minacce ricevute da Sergio e dalla sua famiglia. Le parole di Ghali, a Sanremo prima e a Domenica In poi, avevano infatti scatenato la reazione di Alon Bar, ambasciatore israeliano in Italia. Sergio sui suoi profili social aveva spiegato di provare "orrore per le continue stragi di civili nella striscia di Gaza e provo orrore per la guerra. Si era parlato di genocidio ed io ho aggiunto il pensiero per i giovani trucidati il 7 ottobre e per i bambini, donne e uomini barbaramente uccisi nei kibbutz e per gli ostaggi". Ora finisce sotto tutela. Questo è il clima che si respira oggi in Italia.

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