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Massimo Giannini: "Rai? Come l'Eiar nel Ventennio, occupano con gioia feroce"

Roberto Tortora
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A Di Martedì, talk politico di La7 condotto da Giovanni Floris, ospite principale è l’editorialista di Repubblica, Massimo Giannini. Floris è tornato sulle vicende del Festival di Sanremo e di Domenica In, con la presa di posizione di Ghali e Dargen D’Amico su Gaza e migranti e la censura piovuta dall’alto. Intervistato per Radio 1 a Un Giorno da Pecora, il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha denigrato la deriva politica della kermesse canora: “Festival con una punta dolorosa, quella dell'essere entrato nella vicenda israeliano-palestinese a senso unico. Sarebbe bastato dire io ricordo gli ostaggi che sono tutt'ora in mano ai terroristi di Hamas, bastava questa frase”.

A questo punto, Floris chiede a Giannini cosa ne pensa della vicenda, il giornalista comincia il suo show: “A Sanremo un po’ di polemica c’è sempre stata, però quest'anno quello che sembra strano, per uno che guarda da fuori, è una RAI così piegata e manovrata dalla politica che esige e pretende che si ristabilisca l'ortodossia sulle prese di posizioni di artisti che, come sempre, dovrebbero essere liberi di dire ciò che vogliono. Secondo me a questi livelli non ci siamo mai arrivati”.

 

Il conduttore di Di Martedì, poi, va dritto sulla Venier a Domenica In e Giannini trasecola: “Mara Venier, con tutto il rispetto e l'affetto, è stata la ciliegina sulla torta. Abbiamo visto due artisti che espongono il loro pensiero in maniera del tutto moderata. Ghali ha detto semplicemente ‘Stop al genocidio’, ora si può discutere a livello giuridico se quello che si sta verificando a Gaza sia o meno un genocidio, ma che ci sia in atto una strage è evidente, ma Ghali l'ha detto con tutto il garbo possibile. A quel punto Mara Venier legge un legittimo comunicato dell'amministratore delegato della Rai, ma sente il bisogno di dire, dopo averlo letto, che ‘naturalmente noi condividiamo’. Questo già ti lascia perplesso, perché è corretto che la Rai dica la sua, ma perché tu che conduci devi dire questa cosa? Non c'è par condicio, quando c'è arte non c'è par condicio e quella dopo è ancora peggio. Dargen ha fatto un ragionamento lineare e tu vedi il terrore negli occhi della Zia Mara, interviene e gli toglie la parola e dice ai giornalisti ‘così mi mettete in imbarazzo, non vi faccio più parlare, non è questo il posto per parlare di queste cose, qui parliamo solo di musica’. Mara Venier è una straordinaria professionista, cos'ha da perdere?”. 

Floris, infine, gli chiede quale sia il contesto in cui i programmi RAI operano in questo momento, così Giannini: “Il contesto è quello di un sistema dell'informazione, quello della Rai, ormai trasformata nell'Eiar del ventennio. Ora tutti hanno occupato la Rai, tutti hanno lottizzato la Rai, ma la gioia feroce con la quale lo fanno gli attuali membri della maggioranza io non l'avevo mai vista. Tu ne sai qualcosa ai tempi di Renzi, io per una parte a mia volta, ma a questi livelli mai”.

DiMartedì, Massimo Giannini sulla Rai come l'Eiar: qui il video

 

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