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Paolo Mieli e la stoccata: "Il fascismo? Non prendeteci in giro"

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Antifascismo è ormai la parola più usata a sinistra. Eppure, come ricorda Paolo Mieli a Quarta Repubblica, dem e compagni dimenticano che "il fascismo oggi è Putin". Niente Giorgia Meloni o governo di centrodestra come invece vogliono farci credere. "Allora - è la stoccata dell'editorialista del Corriere della Sera nello studio di Nicola Porro su Rete 4 - dico alla sinistra: non giocate con le parole, che ci volete prendere in giro e dirci che ogni cosa ci riporta nel regime fascista?".

Una tesi, la sua, già ribadita tempo addietro ma che evidentemente non è arrivata al destinatario. In vista delle elezioni del 25 settembre, il giornalista andava notando: "È ovvio che su alcuni giornali ci saranno ancora intellettuali che agiteranno lo spauracchio del fascismo, ma conta che non lo facciano il capo del partito di maggioranza relativa a sinistra e il suo gruppo dirigente, insomma i big". Il motivo anche all'epoca era chiaro: "Se ci fosse stata una minaccia fascista si sarebbero comportati in maniera diversa, si sarebbero alleati con chiunque, con Toti, Conte, con chiunque passasse per strada. Questo si fa quando c’è un vero pericolo fascista". 

 

 

Eppure basti pensare alle parole utilizzate dalla candidata di centrosinistra in Sardegna per capire che i compagni hanno una vera e propria fissazione. Alessandra Todde, ex sottosegrataria del Movimento Cinque Stelle, candidata alla presidenza della Regione per il "campo largo" di Partito Democratico e grillini, è convinta che la "resistenza" inizierà proprio dalla sua Regione: "Bisogna usarle nei confronti di chi è fascista. A chi mi riferisco? Il governo nazionale non si può definire diversamente. Sono fascisti e va detto".

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