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Otto e Mezzo, Cacciari interrompe Paolo Mieli: "Ma è propaganda, dai!". Alta tensione

Roberto Tortora
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Botta e risposta a Otto e Mezzo, il talk politico pre-serale di La7 condotto da Lilli Gruber, tra Massimo Cacciari e Paolo Mieli. La scintilla  - nella puntata di giovedì 14 marzo - la innesca la conduttrice, chiedendo a Mieli cosa l’Europa poteva fare e non ha fatto in questi due anni, senza l’influenza degli Usa, per dare un contributo significativo alla conclusione del conflitto tra Russia e Ucraina. L’ex-direttore del Corriere della Sera elogia l’Italia: “L'Europa ci ha provato ad avere una voce autonoma all'inizio, sull'onda della pandemia, ha creduto di poter rappresentare qualcosa in più. Anche perché, di solito, quando si inviano i soldati il grosso lo sostiene l'America, noi europei mandiamo ospedali da campo, truppe di complemento, cose così. Man mano che la guerra è andata avanti, poi, si è visto che i grandi leader europei hanno detto cose contraddittorie. A dir la verità il Paese che tenuto una posizione più univoca, grazie a tre persone che sono Mattarella, Draghi e Giorgia Meloni, è stato l'Italia. Macron è stato addirittura buffo all'inizio dicendo ‘attenti, non umiliamo la Russia etc.’”.

La Gruber, poi, chiede secca: “Sei d’accordo con l’invio di truppe, sull’onda di ciò che ha detto Macron?”. Mieli risponde così: “Penso che il senso delle sue parole fosse di smetterla di dire ‘questi missili sì, questi missili no’. Ora o mai più, è il momento di mandare tutte le armi possibili e immaginabili. Anche perché diamo per scontato che non ci siano delle proposte in campo. Oggi Medvedev, la persona che ha per prima voce in capitolo, ha detto e leggo testualmente: ‘L'Ucraina dovrebbe riconoscere la sua sconfitta militare e passare alla resa completa e incondizionata’. Sono le stesse cose dette dal Papa. Continuo: ‘L'Ucraina dovrebbe essere smilitarizzata e ci dovrebbe essere il divieto di creare in futuro formazioni paramilitari sui suoi territori. Tutti capiscono perfettamente, compresi gli arroganti e bugiardi occidentali, che la pace può essere raggiunta dalla volontà reciproca delle parti sulla base di un ragionevole compromesso’… e poi chiede anche il riconoscimento da parte della comunità internazionale ‘della natura nazista del regime politico di Kiev e la denazificazione forzata di tutti gli organi di potere ucraini sotto la supervisione delle nazioni unite’”.

Nel mentre legge questo comunicato russo, interviene stizzito Massimo Cacciari che sbotta: “Ma è propaganda di guerra dai, è propaganda di guerra. Allora vai a vedere cosa ha detto Biden con espressioni come ‘macellaio e altre robe del genere’. Sono discorsi di guerra, durante la guerra sono discorsi che si fanno da una parte e dall’altra, è tutto propagandistico”. Mieli gli dà ragione: “Anche io sono d'accordo che è propaganda, ma il punto della trattativa, il punto pubblico, è questo. Non è che si è smosso qualcosa nella Russia dall’inizio a oggi. Quando qualcuno dice ‘beh loro si accontenterebbero del Donbass’, non credo che sia così, non si vede una parola che si avvicini a questo. Cacciari, infine, completa il discorso: “Non è stato fatto alcun tentativo di andare a vedere seriamente cosa vogliono gli uni e cosa vogliono gli altri. Gli uni vogliono la sconfitta della Russia, gli altri quella dell'Ucraina. Andando in cerca di vedere come bestioni la sconfitta e la distruzione dell'avversario si finirà con il distruggerci tutti, perché se non ragioniamo...”. E Mieli conclude secco: “L’Ucraina vuole semplicemente tenersi il suo”.

Otto e Mezzo, Cacciari interrompe Mieli: qui il video

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