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Padellaro inchioda Decaro: "Perché Bari è in mano ai clan?", il sindaco tentenna

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"Vorrei un'analisi da lei. Come mai la situazione è questa?". Antonio Padellaro incalza senza sosta il sindaco di bari, Antonio Decaro, finito nell'occhio del ciclone per l'infiltrazione di alcune cosche mafiose all'interno di partecipate del Comune. L'accusa dell'ex direttore del Fatto Quotidiano si concentra sulla ricerca del perché si scopra l'influenza di questi clan solo oggi.

"Questa sera abbiamo appreso - evidentemente era un mio limite - che a Bari agiscono 16-19 clan criminali. Lei che conosce perfettamente Bari e la sua geografia politica, si è fatto un'idea del perché una delle più importanti città italiane, certamente una delle capitali del mezzogiorno, ha una presenza oppressiva stando ai dati che dice, delle cosche mafiose. Tanto che il sindaco, lo ha detto lei, da 9 anni gira con la scorta. Tanto che lei riceve minacce. Ma insomma, quello che ci chiediamo come osservatori, com'è possibile che una città come Bari sia nelle mani dei clan?".

Il sindaco Decaro ha provato ad abbozzare una linea difensiva, puntando tutto sulla differenza con il passato: "Direttore, la città non è nelle mani dei clan. Ci sono 14 clan storicamente ma le forze dell'ordine e la magistratura in questi anni hanno fatto un lavoro straordinario. Non siamo più la città degli anni '90". Ma l'argomentazione non ha convinto Padellaro: "Vorrei un'analisi da lei. Come mai la situazione è questa?".

 

 

Per il sindaco del Pd e presidente dell'Anci, la situazione non è così tragica come la si sta dipingendo in queste ore: "Quei clan sono stati tutti decapitati, sono tutti in galera i capi clan. Ovviamente questi poi si riorganizzano con le estorsioni e il traffico della droga, però non è più la città degli anni '90. Oggi il centro storico è visitato da migliaia di persone che vengono da ogni parte del mondo, è un'altra città. Lo dobbiamo al lavoro delle forze dell'ordine e della magistratura, come dimostrano anche le ultime indagini che hanno liberato un altro pezzettino della città dalla presenza della criminalità organizzata. Quel giorno è stata una giornata di libertà". Poi l'affondo: "Nel centro storico non si poteva entrare e i consoli dicevano a chi scendeva dalle navi da crociera di non addentrarsi e lasciare beni di lusso perché Bari era scippolandia". Ora, secondo Decaro, sarebbe insomma tutto cambiato. Versione che però non sembra convincere del tutto Padellaro.

 

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