PiazzaPulita, la sparata di Li Gotti su Meloni: "Un reato"

Per il legale la propaganda elettorale quando c'è il silenzio è un reato. Motivo per cui il premier, a suo dire, non deve andare al seggio e non ritirare le schede in vista del referendum
venerdì 6 giugno 2025
PiazzaPulita, la sparata di Li Gotti su Meloni: "Un reato"
2' di lettura

Ci risiamo. Luigi Li Gotti ci riprova. L'avvocato, autore della denuncia per favoreggiamento e peculato in concorso che ha fatto scattare l’avviso di garanzia per la premier Giorgia Meloni, i ministri Carlo Nordio (Giustizia) e Matteo Piantedosi (Interno) e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, sul caso Almasri, non si arrende. Ospite di Corrado Formigli a PiazzaPulita, il legale si sofferma sul referendum e sulla posizione del premier. Meloni ha detto che sarebbe andata al seggio ma non avrebbe ritirato le schede. Quanto basta a scatenare Li Gotti, l'avvocato dal passato politico.

"Io faccio un discorso giuridico - premette nella puntata in onda giovedì 5 maggio su La7 -. Domani sera a mezzanotte scatta il silenzio elettorale, per cui ogni manifestazione di propaganda è vietata. Nel momento in cui la presidente Meloni annuncia di andare al seggio e di fare il gran rifiuto delle schede, sa benissimo che sarà seguita dalle telecamere".

Almasri, chi c'è nella Corte che giudicherà Giorgia Meloni e i ministri

Sarà una Corte composta da tre donne quella che giudicherà le condotte del presidente del consiglio Giorgi...

E ancora: "A mio parere la presidente Meloni diventa consapevole che sta facendo un gesto di propaganda per l'astensione, diventa un messaggio per gli elettori. E la propaganda elettorale, quando c'è il silenzio, è un reato". "E quindi, se succedesse?", lo incalza il conduttore. Li Gotti non attende a replicare: "È vero - cerca poi di raddrizzare il tiro - che si può fare, ma se a farlo è il presidente del Consiglio... È un reato".