"Condivido il senso generale di questa riforma. L'ho condiviso da 20 o 30 anni come il Pd". Bastano poche parole a Paolo Mieli per mettere all'angolo Elly Schlein e, contemporaneamente, far scendere il gelo nello studio di PiazzaPulita su La7.
Il conduttore Corrado Formigli gli chiede un parere sulla riforma della giustizia e se intende dire se andrà a votare in referendum e cosa. L'editorialista ed ex direttore del Corriere della Sera non ha problemi a rispondere.
Gratteri, "Falcone? Me l'hanno mandata": giallo sulle scuse
"Me l’hanno mandata persone serie. Erano persone autorevoli dell’informazione, me l’han..."Voterò sì", spiega sottolineando come la battaglia sulla separazione delle carriere e la lotta alle correnti all'interno della magistratura non siano battaglie "della destra", ma da 30 anni, diciamo dal fenomeno Mani pulite e dalla faida tra toghe e politica, anche ampie fette del centrosinistra le abbiano sostenute.
Paolo Mieli e la riforma della giustizia: guarda qui il video di PiazzaPulita su La7
"Nella sua sostanza il principio della separazione delle carriere era nelle carte" della sinistra, ricorda Mieli: "Da D'Alema a Enrico Letta, in tempi più recenti, non è che è una cosa antica". La svolta radicale portata da Elly Schlein, sempre più appiattita sulle posizioni di comodo (ora la Cgil di Maurizio Landini, ora l'Anm e Magistratura democratica nello specifico), non può insomma far dimenticare il passato. Una Schlein che, forse non a caso, Mieli stesso definisce nel corso della serata la "Mamdani italiana". Alla luce dell'operato e delle strategie della segretaria dem, non è chiaro se possa essere un complimento (vista la vittoria elettorale del socialista-islamico, neo-sindaco di New York) o una critica.




