Tutti zitti, parla Marco Revelli. Lezione di democrazia (o presunta tale) dello storico, in collegamento con David Parenzo a L’Aria che tira su La7. Un delirio rosso su Askatasuna e Viminale capace di far storcere il naso al padrone di casa. E un altro ospite, il sempre frizzantino Luigi Crespi, che non gliele manda a dire.
«Il governo, anzi il ministro Piantedosi ha scelto di fare un’operazione muscolare a Torino ai danni della città», attacca il professore sullo sgombero del centro sociale. In sottofondo, Crespi sbotta a microfono aperto: «Che c***o dice?». Revelli va avanti a spron battuto: «La scelta dei modi e dei tempi dello sgombero è sciagurata, chiunque si occupi di gestione dell'ordine pubblico lo direbbe. Nei giorni immediatamente precedenti al Natale, con le città strapiene, con i commercianti che devono incassare quello che possono, riempire di blindati e di centinaia e centinaia di agenti in tenuta antisommossa un quartiere...». Parenzo fa sommessamente notare che «però c’era stato anche l’assalto a La Stampa, quotidiano sul quale anche lei scrive».
Senza imbarazzo, lo storico replica: «Una cosa per volta. Gli episodi de La Stampa sono di una gravità estrema da un punto di vista simbolico, i danni materiali sono minimi. Attaccare un giornale è un gesto grave e irresponsabile. Nei locali di Askatasuna invece la devastazione è stata pesante, è stato persino stracciato e calpestato un grosso manifesto che riproduceva Dante Di Nanni, nessuno lo conoscerà di quelli che governano oggi: è stato un eroe della resistenza, un giovane massacrato dalle brigate nere qui a Torino». Mentre «la guerriglia di questi giorni è stata una scelta dei responsabili dell’ordine pubblico. Dopodiché quale rischio per l’ordine pubblico c'era in quello stabile?».
«Alcuni protagonisti di Askatasuna si erano resi responsabili di cose gravissime, oltre all’assalto a La Stampa, i no Tav, le bombe carta...», sottolinea Parenzo che si becca il rimbrotto del prof: «Cerchi di fare il conduttore imparziale, per favore». E Crespi non ci sta: «Avremo diritto a replicare o dobbiamo aspettare qua in ginocchio ad ascoltarla, sudditi? Porti rispetto ai giornalisti, visto che ci dà lezioni di democrazia. Mi tocca difendere Parenzo...». Il mondo alla rovescia.




