(Adnkronos) - All'epoca alle stampe venne data una versione con le parti dei tre strumenti di Concertino, che potevano anche essere eseguite autonomamente, e "ad arbitrio" le Parti di Concerto Grosso che, come riporta sempre la partitura originale, "si potranno raddoppiare". A questa ultima dicitura non e' mai stato dato il giusto rilievo, e tutte le esecuzioni si sono sempre limitate all'utilizzo degli strumenti ad Arco. Ma su studi condotti da Hans Joachim Marx e Franco Piperno, si evince che in tali esecuzioni erano contemplate anche coppie di flauti, oboi e trombe, ma non c'era traccia della musica da eseguire e nel concerto dell'Orchestra Barocca di Santa Cecilia si potranno ascoltare tutte quelle parti ricostruite per gli oboi e per le trombe. "Alla luce delle ricerche di Hans Joachim Marx e di Franco Piperno - dice il direttore Sardella - l'esecuzione dell'Opera Sesta di Corelli acquista un'attualita' e un'urgenza inattese. Da quest'intervento escono si' dei Concerti Grossi piu' spettacolari e magniloquenti, ma esce soprattutto una nuova immagine di Corelli: chi lo ha sempre associato, in nome della sua apollinea paradigmaticita', a un'idea di pacatezza, oppure di monotona e di noiosa, anche se ben tornita, retorica, rimarra' un po' sorpreso nel riscoprire un Corelli vivo, colorito e pieno d'invenzione, ragionevole padre musicale di Vivaldi e di mille altri compositori, uomo a capo delle esecuzioni musicali fra le piu' ricche e vivaci del suo tempo".