
Lirica: sindacati Opera Roma, tavolo permanente non rinviabile

Roma, 16 dic. (Adnkronos) - Non è "più rinviabile la convocazione del tavolo permanente" per "definire in modo chiaro e trasparente il progetto" per il futuro del Teatro dell'Opera di Roma. Lo scrivono Slc-Cgil, Fials-Cisal e Libersind-Confsal in una lettera aperta, indirizzata al Presidente della repubblica, Giorgio Napolitano, al ministro dei Beni culturali, Massimo Bray, al sindaco di Roma, Ignazio Marino, al Cda uscente del Teatro dell'Opera di Roma, al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, al commissario Pier Francesco Pinelli, al direttore generale dello Spettacolo dal vivo del Mibact, Salvatore Nastasi, all'assessore capitolino alla Cultura, Flavia Barca, all'assessore regionale alla Cultura, Lidia Ravera e alle commissioni Cultura della Regione Lazio e di Roma Capitale. I sindacati ribadiscono che sarebbe "irricevibile e inaccettabile" la prospettiva, "a qualunque titolo ventilata, di un accesso del Teatro alle procedure di richiesta fondi ex legge 112/2013", che costituirebbe "l'arresto e l'inversione di un percorso di eccellenza artistica e di crescita produttiva", rendendo "di fatto impossibile" la permanenza del maestro Riccardo Muti a Roma. "In relazione a ciò -scrivono i sindacati- la responsabilità politica di qualunque decisione che provocasse un eventuale allontanamento del Maestro o una diminutio delle potenzialità del Teatro, indotta appunto dagli effetti 112\2013, vedrà nei lavoratori una reazione di lungo periodo con iniziative di lotta e di contrasto adeguate al danno irreversibile che arrecherebbe una decisione in tal senso". I sindacati chiedono inoltre che il sindaco Marino "tenga fede agli impegni assunti nell'incontro del 25 novembre 2013, confermando definitivamente in modo formale i livelli di finanziamento per l'anno 2014 già annunciati", e ricordano che "permane lo stato di agitazione dei lavoratori e in mancanza di fattivo riscontro si intraprenderanno nuovamente forti iniziative di lotta che saranno via via comunicate, a partire da quella di attivare presìdi presso le sedi istituzionali dove le scriventi attendono di essere ricevute", concludono Cgil, Fials e Libersind.
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