Lirica: Muti, Opera Roma in crescita, nessuno ponga dighe

sabato 30 novembre 2013
Lirica: Muti, Opera Roma in crescita, nessuno ponga dighe
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Roma, 28 nov. (Adnkronos) - Il Teatro dell'Opera di Roma "ha attraversato un periodo molto difficile, adesso è in crescita e spero che nessuno ponga delle dighe in mezzo". Non ha usato mezze parole Riccardo Muti, conversando ieri notte con i giornalisti dopo lo straordinario successo della prima di 'Ernani', che ha inaugurato la stagione dell'Opera di Roma. Parlando per la prima volta della situazione del Teatro dell'Opera, Muti ha sottolineato che "è stata una bellissima serata. Dopo tutto questo periodo di tensioni, stasera c'era il Presidente della Repubblica, il ministro dei Beni culturali, il sindaco che è il presidente del teatro, l'assessore alla Cultura. Tutte quelle persone cioè che, a parte il Capo dello Stato, devono trovare i fondi per portare avanti istituzioni come l'Opera di Roma che stasera ha dimostrato di essere una delle migliori a livello europeo". "Non si può penalizzare questo teatro che artisticamente sta andando molto su, per motivi che io non conosco ma non credo siano solo finanziari. Credo -ha scandito Muti- ce ne siano di diverso tipo che si intersecano. Sono musicista e non me ne intendo, ma essendo 'apulo campano' ho il naso abbastanza sottile per capire che certe volte ci possono essere delle ragioni che non sono puramente culturali". Muti è allegro e soddisfatto per il successo della prima di 'Ernani', durante la quale ha concesso il bis del coro del terzo atto 'Si ridesti il Leon di Castglia', annunciandolo con una battuta dal podio: "Ma si ridesterà davvero questo Leone di Castiglia?". "Con quella battuta -ha spiegato spiega Muti- ho voluto sottolineare che Verdi scriveva queste opere anche per spingere il popolo a ridestarsi, come nell'inno italiano 'l'Italia s'è desta'. Noi italiani siamo sempre desti, ma non ci ridestiamo mai. E' tempo ormai che ci diamo da fare e credo che il popolo italiano lo meriti". "Quando il protagonista canta 'sono il bandito Ernani', ho pensato che l'opera avesse una strana coincidenza con il periodo che stiamo vivendo, senza ovviamente riferimenti a nessuno...", ha detto ancora Muti che poi, a chi gli ha chiesto se sarà sempre vicino all'Orchestra della Fondazione lirica romana, ha risposto netto: "Fino a quando si potrà lavorare bene, sarò vicino a questa Orchestra perché merita e io traggo soddisfazione dall'orchestra e dal coro. Anche i tecnici -ha sottolineato- sono bravissimi in questo teatro, perché non dimentichiamo che ha un palcoscenico vecchio e corto, non ampliabile perché al di là c'è la strada. I tecnici fanno un lavoro tremendo perché devono allestire spettacoli con esigenze moderne su un palcoscenico antico e obsoleto. Forse un giorno si comincerà a costruire un teatro veramente degno di una grande capitale quale è Roma. Servirebbe, ma siccome non ci sono denari, se dovessi dire 'pensiamo al Teatro nuovo' -ironizza Muti- mi aspetterebbero sotto casa per menarmi..". (segue)