Festival Roma: 'Song'e Napule', i Manetti Bros. tra neomelodici e camorra (2)

domenica 10 novembre 2013
Festival Roma: 'Song'e Napule', i Manetti Bros. tra neomelodici e camorra (2)
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(Adnkronos/Cinematografo.it) - "Un poliziesco con una linea comica e romantica", lo definisce Morelli, e sottolinea: "Cantanti e camorra è un luogo comune da sfatare, ci sono tanti artisti che vivono della loro arte, e per questo capita che vadano a matrimoni di affiliati alla camorra, ma a Napoli c'è gente e artisti onesti, per fortuna". Sulla stessa lunghezza d'onda anche Antonio Manetti, che parla di 'Song'e Napule' quale "dichiarazione d'amore per la città e la cultura popolare" ed evidenzia una battuta, "se vendo una macchina non chiedo la fedina penale all'acquirente", per tornare poi sui cantanti neomelodici: "Per tradizione, vanno alle feste e chi se le può permettere è anche legato al crimine, ma fare dei cantanti neomelodici dei criminali è una cosa falsa". Se Sassanelli rivela come "ai Manetti dico sempre di sì, senza leggere il copione, sono il loro picciotto" e Serena Rossi, alla prima esperienza cinematografica, dice di "aver tirato fuori la mia napoletanità depressa", Alessandro Roja afferma di "aver lavorato con i Manetti alla creazione di un personaggio che fa un passo indietro rispetto alla sua provenienza geografica: ama Napoli, ma decide di ripulirsi, cambiare e allontanarsene forse per non soffrire più, e diventa un alieno, una mosca bianca. Sì, è anche un film sui pregiudizi e i rapporti personali tra differenti ambiti sociali".