Giorgia Meloni, la tedesca Welt la celebra: la sinistra in tilt

L'economista Baverez smonta punto per punto tutte le accuse delle opposizioni
lunedì 5 maggio 2025
Giorgia Meloni, la tedesca Welt la celebra: la sinistra in tilt
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Dopo la Bild, un altro importante giornale tedesco tesse le lodi di Giorgia Meloni. Su Die Welt, è il saggista ed editorialista francese Nicolas Baverez a spiegare come la premier italiana stia "smentendo tutti i suoi critici", rispedendo al mittente tutte le cupe profezie che i "gufi" di sinistra stanno vergando da due anni e mezzo a questa parte a proposito del governo di centrodestra e della sua leader.

Da quando la leader di Fratelli d'Italia è diventata premier salendo a Palazzo Chigi, il 22 ottobre del 2022, si sono sprecati i paralleli storici con Benito Mussolini, il fascismo, la marcia su Roma, in un contesto di tensioni politiche, timori internazionali, crisi finanziaria crescente. Tuttavia, sottolinea l'economista francese, Meloni "presenta un bilancio positivo e si è affermata come una figura forte in Europa". La premier "ha esercitato l’autorità e dimostrato popolarità, confermata dalla chiara vittoria alle elezioni europee del giugno 2024. È una leader forte che rispetta la Costituzione, garantisce stabilità al
governo e alle istituzioni, in un periodo in cui, per esempio, la Quinta Repubblica francese ricade negli errori e nell’impotenza della Quarta Repubblica".

Meloni, scrive Baverez, "non si limita a comunicare, ma agisce. La sua politica di ripristino della sicurezza e di lotta all’immigrazione illegale, attraverso il controllo dei flussi e l’esternalizzazione dei migranti – soprattutto verso Tunisia e Albania – può essere considerata un successo: il numero di ingressi illegali è diminuito del 58% nel 2024. Contemporaneamente, Meloni ha legalizzato lo status di 450.000 persone entrate nel paese, rispondendo così alla domanda di manodopera delle imprese. Attualmente, i lavoratori stranieri sono 2,4 milioni, pari al 10,1% della popolazione attiva, che produce l’8,8% del PIL".

Non solo: l’economia italiana "mostra una dinamica positiva, superiore alla media della zona euro. Grazie a una distribuzione efficiente del piano europeo di rilancio da 194 miliardi di euro, l’economia è cresciuta dello 0,7% nel 2023 e 2024. Il tasso di occupazione ha raggiunto il valore record del 63%, mentre la disoccupazione è scesa dal 7,1% al 6,2%". Analisi che farà fischiare le orecchie, e parecchio, a chi come Elly Schlein, Giuseppe Conte o Maurizio Landini non si arrende e arriva al punto di ignorare, piegare o mistificare anche i numeri ufficiali pur di attaccare il governo.

L’Italia, si legge nell'editoriale del Die Welt, "è anche uscita dalla trappola del doppio deficit. Nel 2024 è stato l’unico paese del G7 a registrare un avanzo primario, pari a 9,6 miliardi di euro (0,44% del PIL). Il deficit pubblico è sceso dal 7,2% al 3,4% del PIL e dovrebbe scendere sotto il 3% quest’anno. Il debito pubblico si è stabilizzato al 135,3% del PIL, mantenendosi su un livello sostenibile. Meloni ha inoltre ottenuto un notevole successo diplomatico, posizionando l’Italia come ponte tra democrazie liberali e illiberali in Europa, tra l’UE e gli USA, e tra Europa e Africa. Ha costruito un asse politico e industriale con la Germania, rafforzato da un’alleanza tacita con il Partito Popolare Europeo (PPE)".

La Bild incorona Meloni. A sinistra rosicano

"La populista di destra Meloni è già vista da molti come la leader segreta dell’Europa". ...

Baverez, che 20 anni fa aveva previsto il declino della Francia e che ha definito la Germania "il malato d’Europa", oggi elogia il rapporto di Meloni con leader internazionali quali i tedeschi Friedrich Merz, Ursula Von der Leyen e Manfred Weber, così come con gli americani Donald Trump ed Elon Musk: "Si è affermata come una sorta di ambasciatrice dell’UE nelle trattative commerciali, proponendo una zona di libero scambio senza dazi. È molto attiva anche in Maghreb e in Africa, dove ha occupato il vuoto lasciato dalla Francia. La politica di Meloni non è neofascista. Non si propone come rivoluzionaria, non mira a una sintesi tra socialismo e nazionalismo né a superare la divisione tra destra e sinistra, ma piuttosto a ristabilirla. Non adotta il modello di democrazia illiberale sviluppato da Viktor Orbán e poi ripreso da Donald Trump: non ha eliminato gli oppositori, né cercato di controllare l’economia tramite oligarchi. Non ha messo sotto controllo la magistratura, le università, i media o la cultura, né adattato la diplomazia italiana a quella della Russia di Putin". Insomma, in poche righe ecco smentite tutte le tesi delle opposizioni italiane. Tutt'al più, da sinistra potrebbero accusarla di eccessiva coerenza, visto che "la sua linea politica interna si basa sul ripristino della sicurezza e sulla lotta all’immigrazione illegale, rispecchiando le priorità della coalizione di destra e quelle dei cittadini" mentre "sul piano dei valori, sostiene un conservatorismo coerente, incentrato sul sostegno alla famiglia (per contrastare la crisi demografica, con una media di 1,24 figli per donna), sulla religione e sul patriottismo, rifiutando nettamente l’ideologia woke". 

Dal punto di vista della diplomazia internazionale, Meloni "continua la politica di Mario Draghi": "Rimette in moto l’Italia, superando l’immagine di un paese decadente. Restituisce così agli italiani la sensazione di poter decidere il proprio destino e partecipare alla storia, invece di subirla".