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Bene l'Italrugby, ma All Blacks troppo forti: finisce 10 a 42

Azzurri degni rivali dell Nuova Zelanda per buona parte del match. Il tracollo nel finale

Roberto Procaccini
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Un'ora di battaglia, poi l'Italia si arrende e gli All Blacks si impingono per 42-10 (primo tempo 13-7) segnando 5 mete nel test match disputato all'Olimpico di Roma. Gli azzurri si guadagnano gli applausi dei 73.000 spettatori con una prestazione all'altezza dell'appuntamento per buona parte del  pomeriggio. Buon ingresso in campo degli azzurri. L'Italia entra per 2 volte nei 22 metri avversari nei primi 10 minuti ma non riesce a concretizzare il prolungato possesso del pallone. La Nuova Zelanda gestisce con qualche patema e, alla prima vera chance, sblocca il risultato con il piazzato di Cruden, 3-0. Il numero 10 è determinante anche nell'azione della prima meta. Al 17' innesca Smith, che affonda al centro prima di offrire l'ovale a Read: 10-0 con la trasformazione. Il gap si dilata al 20' con il secondo piazzato del pomeriggio per il 13-0. L'Italia prova a scuotersi, rinuncia alla punizione e si affida alla mischia per sfondare. Scelta premiata dalla meta che Sgarbi firma al 26' e che   Orquera trasforma: 13-7. Gli All Blacks, dopo la fase difensiva rivedibile, cercano di ripartire con una fiammata: la violenta accelerazione si ferma ad un passo dalla meta, visto che Bergamasco e Favaro salvano con un placcaggio provvidenziale su Gear. Gli azzurri lottano su ogni pallone e riescono a rimediare quando Cruden, sempre   lui, al 38' tenta l'ultima percussione prima dell'intervallo. Dagli spogliatoi, i campioni del mondo escono con l'intenzione di riprendere in mano la partita: Cruden si esibisce nel terzo piazzato per il 16-7 al 45'. La difesa dell'Italia cerca di resistere contro avversari che, pur lontani dalla perfezione, riducono il numero degli errori banali commessi nella prima frazione. Al 50' Nonu spacca in due il match con la meta che, grazie al piede di Cruden, vale il 23-7. Il pubblico dell'Olimpico spinge gli azzurri che  rispondono con il drop di Orquera (23-10) al 54' e provano a tenere   aperto il match. La raffica di sostituzioni trasforma l'Italia in una squadra giovanissima nell'ultimo quarto della sfida. L'entusiasmo consente ai padroni di casa di tenere alta la pressione. Gli All Blacks non possono limitarsi a gestire il cronometro, per spegnere gli azzurri al  68' serve la meta di James che ha un impatto devastante sull'incontro: Cruden non sbaglia, 30-10. Gli ultimi 10 minuti della gara hanno un solo colore, il nero. Prima del fischio finale c'è gloria anche per Savea al 74' e al 76': la quarta e la quinta meta della Nuova Zelanda,  condite dall'unico errore di Cruden, fissano lo score sul 42-10.

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