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Milan, Berlusconi: "No a Balotelli, è una mela marcia. El Shaarawy come Baresi"

Il Cavaliere in tv: "Mario rovinerebbe lo spogliatoio. Il Faraone non farà la fine di Ibra e Pato tornerà tra un anno e mezzo"

Giulio Bucchi
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Altro che porte aperte al Milan. Silvio Berlusconi boccia in maniera perentoria Mario Balotelli definendolo addirittura una "mela marcia". Il Cavaliere, ospite di Lunedì di rigore su Antenna3, chiude definitivamente o quasi ad ogni ipotesi di trasferimento dell'ex Inter dal Manchester City ai rossoneri. Non per questioni tecniche, ma umane: "Se metti una mela marcia nello spogliatoio può infettare tutti gli altri. Io ho avuto modo, per vicende della vita, di dare un giudizio sull'uomo Balotelli, non accetterei mai che facesse parte dello spogliatoio del Milan". Il presidente del Milan ha invece blindato il gioiello Stephan El Shaarawy, assicurando che non farà la 'fine' di Ibrahimovic e Thiago Silva, sacrificati per la salute del bilancio. "Come è stato nel passato per i vari Maldini e Baresi - ha spiegato Berlusconi - El Shaarawy può fare per sempre parte della nostra storia. Non ci saranno possibilità che vada via. Neanche per 100 milioni di euro? Nessuno offrirà una cifra del genere, c'è una regola europea e non si può spendere più di quanto si incassa. E per una giusta competizione bisognerà che anche i club di sceicchi e russi si attengano al fair play finanziario". "Guardiola un sogno" - Assicurato che Pato tornerà a Milanello tra un anno e mezzo e che la nuova classe di arbitri "mediamente funziona", Berlusconi dà qualche indizio sugli obiettivi di mercato del Diavolo a gennaio ("Tre giovani, un italiano e tre stranieri") ma sul futuro di mister Massimiliano Allegri è più criptico: ("Passiamo alla prossima domanda"), anche perché disponibile c'è sempre un certo Pep Guardiola: "Ho sempre desiderato portarlo al Milan - conclude -. Fino all'anno scorso la squadra aveva campioni di alta classe che avrebbero potuto applicare il gioco che insegna. Poi ha voluto fare uno stacco con il calcio e per un anno si è trasferito a New York. Si sono fatte avanti delle società con dentro amici di antica data di Guardiola e noi abbiamo giudicato di non avere chance, nonostante lui mi avesse detto che il Milan gli era simpatico e provasse ammirazione nei miei confronti. Mi ha anche svelato una sua grande attenzione per il Lago di Como, dove potevo offrirgli una bellissima villa. La villa c'è ancora per lui, ma le percentuali che arrivi al Milan sono molto basse".

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