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Selvaggia: Balotelli processato per razzismo, l'unica volta che ha ragione...

Eliana Giusto
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Finire per difendere Balotelli è una di quelle cose che mai avrei pensato di fare nella vita. Mi pareva più probabile darmi all'arrampicata su roccia o alla militanza grillina. Perfino al petting con Antonio Razzi. E invece succede che lui posti su instagram un ritratto di Super Mario (quello che salta sui tubi, non quello che salta sui cubi fino alle due di notte) e che il mondo lo accusi di razzismo. Faccenda già ridicola di per sé perché è come finire accusati di zoofilia per colpa di Peppa Pig, ma andiamo con ordine. IDRAULICO PERICOLOSO - Alla foto di Super Mario Bros è abbinata la seguente scritta: «Non essere razzista! Sii come Mario. È un idraulico italiano, creato dai giapponesi, che parla inglese e sembra un messicano, salta come un nero e afferra soldi come un ebreo!». Insomma, mica una vignetta scema come mille altre sul web. Per la Football Association che sta pensando di sanzionare Balotelli per averla postata su instagram, questa è roba forte. È una chiara apologia della Shoah. Un invito a rispolverare lo schiavismo. Un incitamento alla pulizia etnica in Messico. Immagino già un Isis versione tex-mex pronto a tagliare le gole ai cittadini coi baffi. Una faccenda che definire surreale è dir poco. Intanto perché Balotelli, benché sia un paio di toni più chiaro di Roberto Carlino, fino a prova contraria sarebbe nero, quindi che possa essere accusato di razzismo per quel «salta come un nero» mi pare bizzarro. Ricordiamo, per dire, che dopo il flop ai mondiali dichiarò «Mi avete abbandonato, i miei fratelli neri non lo avrebbero mai fatto». Che a ben guardare è quasi razzismo nei confronti dei bianchi. Riguardo l'accusa di antisemitismo, se un innocuo riferimento al noto e riconosciuto senso degli affari degli ebrei è roba per cui essere trattati alla stregua di novelli Hitler, uno come Woody Allen che con le battute sugli ebrei ha infarcito una decina di sceneggiature, probabilmente dovrebbe essere già davanti al tribunale dell'Aia. Chissà come avrebbero punito Balotelli se avesse citato davvero Woody Allen con alcune sue note freddure tipo «Ci tengo molto al mio orologio. Me l'ha venduto mio padre sul letto di morte». Probabilmente ora giocherebbe in porta nell'AlbinoLeffe. SCUSE NON DOVUTE - Fatto sta che la sollevazione popolare sul web e lo sdegno della federazione sono stati tali che Balotelli, per la prima volta nella sua vita, ha chiesto scusa. Un nero con madre ebrea che si difende dalle accuse di razzismo. Lo deve aver fatto nella modalità Fonzie, ovvero evirando il suo ego a dei livelli che neanche Signorini quando ha chiesto perdono per il gelato della Madia. Insomma, costretto a chiedere scusa l'unica volta in cui non ha torto in vita sua. Me le immagino le trattative con l'ufficio stampa. «Mario, chiedi scusa con un comunicato ufficiale!». «E se anziché il comunicato lanciassi una bomba carta dal terrazzo come segno di distensione?». «No, il comunicato!». «Va bene, però lo scrive mio fratello Enoch quando ha finito la gara clandestina sulla Como-Lecco». E pensare che ne avrebbe di cose serie per cui chiedere scusa Balotelli. I PRECEDENTI - La lista è lunga e variopinta. Potrebbe chiedere scusa ai tifosi del Liverpool per il suo rendimento e le notti brave, ad Antonio Conte per avergli fatto fare la figura del pirla che credeva nella sua redenzione, alla Fico per il balletto del dna che è stato più mesto del balletto della stessa Fico nel suo ultimo video, ai parrucchieri per l'utilizzo improprio di forbici e acqua ossigenata, a Fanny che dopo l'anello e la proposta di nozze su twitter è finita al macero come le copie dell'autobiografia della Biancofiore, a Barbara Berlusconi a cui il suo flop è costato quanto la cerimonia di nozze di Kim Kardashan, al proprietario della villa di Manchester in cui pensò bene di lanciare petardi in bagno, a noi per la visione delle chiappe della parrucchiera sedotta e abbandonata con le sue iniziali MB marchiate sopra e così via. Insomma, le scuse di Mario sono leggermente fuori fuoco. Un po' come quelle di Salvini che chiede scusa al Sud perché conosceva poco i meridionali anziché a tutti gli italiani per la copertina di Oggi con la cravatta sul petto nudo e i peli sui capezzoli che neanche Chewbecca di Star Wars. di Selvaggia Lucarelli

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