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Italia fuori dai Mondiali, disastro epocale: 0-0 con la Svezia, il fallimento di una generazione

Giulio Bucchi
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L'Italia è fuori dai Mondiali, per la prima volta dal 1958. E la cosa più triste è che, in fondo, è pure giusto così. A San Siro gli azzurri di Giampiero Ventura, ct al 99% al passo d'addio, pareggiano 0-0 con la Svezia dopo la sconfitta 1-0 di venerdì a Solna e 180 minuti di grande povertà tecnica. Zero gol fatti contro una squadra modesta e tanta confusione tattica, il cuore nel ritorno c'è stato ma è mancata la sostanza, la qualità. Sfiorano il gol Candreva, Parolo, El Shaarawy, gli attaccanti mancano clamorosamente all'appello per motivi fisici e tattici. Manca fosforo, mancata ordine tattico (i cambi, come all'andata, non hanno dato la scossa), manca il senso di una squadra che un anno fa prometteva bene e che invece si è clamorosamente arenata. Colpa di Ventura, certo, e delle sue scelte contestabili e contestate (4-2-4, 3-5-2 e Insigne, unico vero talento e tra i più in forma, addirittura sempre in panchina stasera). Colpa della Federazione, certo, incapace di programmare un rilancio che doveva essere "di sistema" ma che al momento appare lontanissimo, forse impossibile. Colpa di un pizzico di sfortuna che non ha aiutato una Nazionale comunque debole, sicuramente la più fragile da molto tempo a questa parte e di cui la gestione di Antonio Conte era riuscita a mascherare mancanze e debolezze. Colpa di una personalità inesistente, in un gruppo sostenuto da un zoccolo duro sempre più logoro. E alla fine è il tristissimo addio di quella generazione di campioni, l'ultima che ci è rimasta: Buffon, Barzagli, probabilmente Chiellini e De Rossi. E insieme a loro rischiano anche tanti presunti progetti di campioni, arenati sul più bello. A loro si rimprovera non l'incapacità di battere la Spagna in un girone abbordabile, perché contro i marziani essere buoni giocatori non basta, ma quella di superare questa Svezia, priva anche di Ibrahimovic. Se quello svedese è un miracolo, il nostro è un miracolo al contrario. di Claudio Brigliadori @Piadinamilanese

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