Malagò: "Se fossi Tavecchio mi dimetterei"
Calcio
Roma, 14 nov. - (AdnKronos) - Niente giri di parole, va dritto al punto il presidente il Coni Giovanni Malagò. Parlando del presidente della Figc Carlo Tavecchio dopo la mancata qualificazione degli Azzurri al Mondiale, dice: "Se fossi in lui mi dimetterei". Malagò riferisce di aver sentito il numero uno della Federcalcio: "Gli ho chiesto che intenzioni avesse e mi ha detto che domani ci sarà questa riunione in Figc alle 16. Come sapete - aggiunge - è padrone di assumersi le responsabilità, ma se fossi in lui mi dimetterei". "Oggettivamente in Figc - spiega - non ci sono gli strumenti procedurali per procedere a un commissariamento". "Un uomo di istituzioni deve ascoltare tutti ma anche ragionare con buonsenso con quelle che sono le norme - ha aggiunto il numero uno dello sport italiano -. Il presidente del Coni può commissariare una federazione solo se non funziona la giustizia sportiva, i campionati o per gravi irregolarità amministrative. Ad oggi - continua - questi tre fatti non ci sono. Non succedeva dal 1958 che l'Italia non si qualificava a un Mondiale e va detto pure che allora ci andavano 16 squadre e invece oggi c'erano più possibilità. Ma soprattutto veniamo da tutto un periodo senza grandi risultati". Malagò si dice deluso e amareggiato per il risultato di ieri sera, "una giornata triste dal punto di vista sportivo". E coglie l'occasione per bacchettare i club: "Se negli anni di vacche grasse, con il vento in poppa, qualche presidente avesse avuto attenzione, lungimiranza, la logica di risparmiare un ingaggio importante, probabilmente oggi avrebbero tutti uno stadio di proprietà". "Non si può avere una famiglia - sottolinea - se non hai una casa".