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Formula E, Alejandro Agag: "Sogno la Ferrari nel mio circus. E pensare che Ecclestone ci dava per spacciati..."

Andrea Tempestini
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I motori si accendono domani ma invece di un appagante “vroom” misto all'odore di olio bruciato, sarà un continuo e diffuso “bzzzz” la colonna sonora del Mondiale di Formula E, i bolidi spinti da propulsori elettrici: costi contenuti, gare nel cuore delle gradi città e sempre più appeal agli occhi dei grandi costruttori. Semaforo verde a Hong Kong alle 8 (ora italiana) per gara-1 (e domenica sempre alle 8 italiane si corre gara-2), diretta tv su Italia1 e Italia2. In pista anche due piloti italiani, Luca Filippi (Team NIO) ed Edoardo Mortara (Venturi Gran Prix). Alejandro Agag è il presidente, l'ideatore e l'anima del Circus elettrico: quanta strada avete fatto dal 2014 ad oggi… "Non potrò mai scordare l'emozione della prima gara a Pechino nel 2014 che ha dato vita alla Formula E. Ci siamo riusciti contro ogni pronostico e ancora oggi rimane uno dei traguardi più grandi che abbiamo ottenuto. Oggi vediamo un futuro più chiaro, e la nostra visione di puntare sulla tecnologia elettrica si sta trasformando sempre di più in una realtà molto concreta". Quali sono state le difficoltà più grandi dell'organizzazione? "All'inizio non avevamo niente, abbiamo dovuto costruire tutto e potevamo contare solamente sulla nostra idea. Abbiamo trovato le scuderie e i piloti, le vetture e la tecnologia che anche solo cinque anni fa non era così avanzata come lo sta diventando adesso. Abbiamo convinto le città ad ospitare le gare, dovevamo costruire un calendario credibile e trovare sponsor ed investitori per sostenere i costi di realizzazione. Ma forti della nostra idea ci siamo riusciti e di certo non ci siamo più fermati, anche perché c'è ancora molto lavoro da fare". Qualcuno vi ha mai detto “siete dei pazzi”? "Tutti all'inizio mi dicevano che avrei fallito, soprattutto i grandi e illustri nomi del motorsport, dove regnava uno scetticismo totale, ci davano sei mesi di vita. Ricordo bene come il mio amico Bernie (Ecclestone, ndr) mi disse di lasciar perdere, che non sarei neanche arrivato a fare la prima gara, lui che di gare ne ha organizzate a centinaia rendendo grande la Formula 1. Dopo Pechino mi chiamò ed ero contento di sentire che per una volte si fosse sbagliato". Lo spot del ghepardo che gareggia contro una monoposto del team Techeetah pilotata da Jean-Eric Vergne è spettacolare: entrambi possono scattare da 0 a 100 in meno di 3 secondi… "È uno spot che incarna tutti i valori della Formula E con un chiaro messaggio per la salvaguardia ambientale che vogliamo contribuire a migliorare grazie alla spinta sulle vetture elettriche. Sullo stesso tema lo scorso anno abbiamo portato una Formula E sulla superficie artica, oltre allo sport e alla competizione in pista cerchiamo di sensibilizzare e appassionare il maggior numero di persone possibili". Il giro d'affari complessivo della Formula E è stato stimato in circa 100 milioni di euro. Considerato che scuderie di F1 come la Mercedes hanno quasi mezzo miliardo di euro di budget, è corretto sostenere che siete concorrenti del Grande Circus? "Siamo diversi e complementari alla F1, corriamo nei centri urbani sulle strade di tutti i giorni, in circuiti che non consentono margini di errore che esaltano le qualità dei nostri piloti. Sviluppiamo tecnologie di assoluta rilevanza per l'industria dell'automobile, abbiamo regolamenti tecnici e sportivi molto chiari e budget decisamente sostenibili. Per questo grandi marchi con una forte tradizione nelle corse come Mercedes-Benz e Porsche hanno deciso di puntare su di noi. Non credo ci sia alcun buon senso nello spendere 400 milioni all'anno per far gareggiare due auto da corsa". Certo che è sempre più forte l'impegno delle grandi Case in Formula E: si sfideranno Audi, Renault, DS, Mahindra e Jaguar, brand futuristici come NIO, e produttori di componentistica come Schaeffler e ZF. Quali ricaschi avrà la Formula E sulla produzione delle auto di serie? "La Formula E sta accelerando lo sviluppo delle tecnologie elettriche, consente alle Case automobilistiche di testare nuove soluzioni in condizioni di prestazioni estreme e di travasare il know-how acquisito in pista sui prodotti stradali di tutti i giorni". Il 14 aprile 2018 sarà il giorno del Gp di Roma. "Roma ha un significato simbolico molto importante, una delle città più antiche e belle del mondo che vuole proiettarsi nel futuro. Abbiamo avuto da subito una forte sintonia con le autorità locali che ci hanno dimostrato grande apertura e collaborazione. La primissima esibizione pubblica di una vettura di Formula E circa sei anni fa fu proprio sulle strade di Roma quindi poter tornare nel 2018 per disputare una gara ufficiale del campionato è motivo di grande orgoglio". È stato complicato portare la Formula E in Italia? Ci risulta che anche Siena sia stata fra le candidate: perché non se n'è fatto niente? "Abbiamo dovuto aspettare il momento giusto e grazie al supporto della Sindaca Raggi, di EUR SpA e dell'ACI ci siamo finalmente riusciti, è stato un lavoro di squadra. È vero che diverse città hanno mostrato interesse ma Roma è sempre stata un nostro grande obiettivo". Vedremo mai una Ferrari elettrica nel vostro Mondiale? Oppure fra qualche anno la Formula 1 come la conosciamo non esisterà più e tutte le auto da gara saranno elettriche? "È chiaro che il mondo è indirizzato verso una mobilità pulita e sostenibile e la Formula E in questo momento ne è il simbolo fedele e in espansione. Se continuasse questo trend, come credo, la Formula E continuerà ad acquisire sempre più importanza e rilevanza. In merito alla Ferrari ho sentito molte dichiarazioni del Presidente Marchionne che ovviamente accolgo con entusiasmo. Nelle sue ultime interviste ha parlato anche di Maserati e Alfa Romeo, altri due grandi marchi. Quando il gruppo sarà pronto per affrontare questa nuova sfida sull'elettrico noi saremo qui ad accoglierli a braccia aperte". di Tommaso Lorenzini @TexBomb

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