Juventus-Inter, la partita dei bomber fantasma: così hanno annullato Higuain e Icardi
«La solitudine dei numeri 9» è uno dei tanti titoli che Juve-Inter ci ha ispirato. E serve a inquadrare quello che accade, o meglio, non accade allo Stadium. Mauro Icardi e Gonzalo Higuain, legittimamente i più attesi, non incidono perché le contromisure di Allegri e Spalletti evidentemente funzionano. E finiscono per ridimensionare l' influenza solitamente pesante dei due argentini, i due stranieri con più gol all' attivo in campionato (104 e 97). La partita dei due bomber è speculare: sono lontani metri e metri dai trequartisti di riferimento e gli errori tecnici si sprecano. Più nervoso il Pipita, che sul finire del primo tempo si becca un' ammonizione per proteste, mentre Maurito si intristisce sempre più fino al cambio con Eder a 5' dalla fine. Le porte restano inviolate ma la difesa dell' Inter pasticcia, soprattutto sugli esterni di difesa. Male D' Ambrosio su Mandzukic, il più pericoloso della Juve, ma mai così sprecone sotto porta. Nel secondo tempo si sveglia anche Cuadrado e Santon va in bambola fino all' infortunio dopo 20' di gioco: al suo posto entra l' oggetto misterioso Dalbert, che con qualche affanno si salva. La solidità della retroguardia, quantomeno sulla sponda nerazzurra, al netto degli affanni, è frutto della buona sorte, la virtù più evidente della prima Inter di Spalletti. La miglior difesa del campionato, al pari di quelle di Roma e Napoli, esce dal campo con la porta inviolata per la settima volta in stagione e lo fa soffrendo maledettamente. Mentre è la quinta partita di fila, tra campionato e Champions, in cui la Juve non subisce gol: numeri che faranno felice Allegri, che torna ai vecchi e fortunati fasti, quando segnare un gol ai bianconeri era un evento straordinario. Un passo indietro nelle convinzioni del tecnico di inizio stagione: la Juve di oggi è meno imprevedibile, ma più solida. L' esclusione dal primo minuto di Dybala, il giocatore più presente nella stagione bianconera, va esattamente in questa direzione: un sacrificio intenzionale della qualità per ritrovare l' equilibrio perduto. La solitudine del numero 10 è un altro fattore: Allegri non solo può farne a meno, ma può permettersi pure il lusso di inserirlo nel finale, anche se poi la Joya entra molle. E Max si arrabbia: adesso Paulo è un vero caso. Certo, è curioso notare come siano cambiati gli interpreti, allo Stadium il solo Chiellini è rappresentante della vecchia guardia difensiva, ma il risultato sia tornato quello di un tempo. Ora ci sono Szczesny, De Sciglio, Asamoah (preferito ad Alex Sandro) e soprattutto Benatia. Il capitano del Marocco, riscattato dal Bayern in estate nello scetticismo generale, è tornato quello dei tempi della Roma. E il fortino è tornato comunque inespugnabile. Per questo la Juve meriterebbe anche di vincerla. L' Inter, invece, va a sprazzi e paga la serata no dei due esterni. Perisic assente e Candreva tolto per Gagliardini, quando Spalletti forse capisce che lo 0-0 è un lusso. I nerazzurri restano in vetta, ma la solitudine dei numeri primi potrebbe finire già dopo Napoli-Fiorentina. Il campionato è apertissimo. di Alberto Neglia