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Torino, Simone Edera: il nuovo idolo granata, classe '97 cresciuto in oratorio

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Andrea Tempestini
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La bestia nera della Roma calcistica ha un nome e un cognome: Simone Edera. Sì perché l'attaccante classe '97 del Torino, che con il suo gol ha contribuito all'eliminazione della squadra di Eusebio Di Francesco dalla Coppa Italia, sembra aver un conto apero con le squadre padrone di casa all'Olimpico. Il 20enne entrato nel settore giovanile del Toro a soli 7 anni (quando venne scoperto dagli osservatori granata mentre giocava nel campetto dell'oratorio torinese Valdocco), l'11 dicembre in campionato aveva già punito la Lazio, segnando il 3-1 (la sua prima marcatura in serie A) con un sinistro a giro dal limite, una prodezza che aveva chiuso definitivamente i giochi permettendo ai piemontesi di uscire con i tre punti dall'Olimpico. Il legame di Edera con lo stadio della Capitale non si esaurisce però qua. È lì che il 20 aprile 2016 ha esordito in serie A, mandato in campo dall'allora tecnico granata Giampiero Ventura al posto di Alessandro Gazzi nei minuti di recupero alla ricerca del disperato pareggio contro la Roma di Luciano Spalletti in vantaggio per 3-2. Ma la sua fama di “ammazza-romane” comincia addirittura l'anno precedente quando nella finale del Campionato Primavera, giocata a Chiavari, è lui a realizzare il rigore decisivo contro la Lazio (anche quella volta sulla panchina biancoceleste sedeva Simone Inzaghi) consegnando lo scudetto di categoria al Torino. Un trend che dunque ha poi confermato anche quest'anno tra i professionisti risultando ancora determinante per il club granata. Adesso però il futuro del 20enne potrebbe anche essere lontano dalla sua Torino poiché il Napoli, qualora non dovesse chiudere con Ciciretti del Benevento, vorrebbe puntare proprio su di lui già a gennaio come vice-Callejon. E pensare che Simone quest'anno non doveva nemmeno far parte della rosa di Sinisa Mihajlovic, dato che la società, dopo le non brillantissime esperienze in serie C con Venezia e Parma durante la scorsa stagione, aveva deciso di mandare nuovamente in prestito l'esterno offensivo dal dribbling facile e dal tiro preciso. Serviva farlo maturare, ma piuttosto che nelle serie minori è stato deciso che rimanesse invece in prima squadra: Mihajlovic, senza conoscerlo a fondo ma intravedendo in lui delle potenzialità, lo ha aggregato alla prima squadra nel ritiro estivo di Bormio per sostituire nelle esercitazioni tattiche i tanti attaccanti infortunati: «Nessun prestito. Lui resta con noi, può conquistarsi un posto». Detto, fatto, Sinisa così convinto che ha deciso di trattenerlo in rosa dando, col senno di poi, alle sue ex squadre da calciatore Roma e Lazio un grande dispiacere. Il suo agente Beppe Galli conferma: «Edera tecnicamente non ha nulla da imparare, aveva bisogno di crescere perché cambia la mentalità quando passi in prima squadra - ha dichiarato a Radio Crc -. Mihajlovic gli sta facendo fare un percorso ottimo e sta avendo una crescita graduale. L'unica cosa certa al momento è che Giuntoli lo stima, ma non lo ha mai chiesto. Lo conosce da tempo e ne apprezza le qualità tecniche». di Michele Mazzeo

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