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Chi è Michela Moioli, la regina dello snowboard

Pyeongchang

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Pyeongchang, 16 feb. (AdnKronos) - Ventidue anni, due bronzi Mondiali, una coppa del mondo e ora il primo oro di sempre per i colori azzurri nello snowboard. "Se è un sogno, non svegliatemi", dice la bergamasca Michela Moioli, classe 1995, dopo avere regalato all'Italia il secondo oro ai Giochi invernali di Pyeongchang seguito a quello di Arianna Fontana. Per essere di nuovo alle Olimpiadi ha scalato "una montagna". "E adesso che sono arrivata in cima, mi godo il panorama e la medaglia d'oro". All'inferno e ritorno in quattro anni, con i cinque cerchi tatuati sulla pelle: l'appuntamento con la storia, per la 22enne bergamasca era solo rimandato. Il sogno olimpico, un tempo trasformatosi in incubo, ora è realtà. "Due ori al femminile, penso che le donne abbiano qualcosa in più. Quando ho visto Fontana mi sono detta: 'Non voglio l'argento, voglio l'oro anch'io. A tutti i costi'". E alla fine la fuoriclasse del cross si è presa con la forza quella gloria che il destino le aveva negato in modo beffardo a Sochi, dove il crociato sinistro aveva fatto crac proprio sul più bello. La risalita è stata dura, ma è già da un po' che la fuoriclasse dell'Esercito vede la cima. Nella sua bacheca c'erano prima di oggi due bronzi Mondiali e una coppa del mondo. A Pyeongchang si è presentata da favorita dopo avere collezionato un totale di 7 podi, tra cui 4 vittorie, nella stagione in corso. E infatti al Phoenix snow park non tradisce le attese, dominando ogni gara dai quarti in poi, tagliando il traguardo della finale con ampio margine sulla 16enne francese Julia Pereira de Sousa Mabileau e sulla ceca Eva Samkova. "Sicuramente non ho vinto per caso", sottolinea la fuoriclasse azzurra, che ieri però si è dovuta fare un "discorso automotivante" sotto la doccia, perché dopo aver visto la gara degli uomini "ho avuto paura e ho pianto". Colpa degli americani: "Questa pista l'hanno disegnata loro - spiega il ds azzurro Cesare Pisoni - e ieri tra i maschi undici sono finiti in ospedale. In America hanno estremizzato tutto, ma lo snowboard non è uno sport estremo e chi lo pratica non è un acrobata, un saltimbanco, uno scavezzacollo ma un atleta. Si devono vergognare". "Negli atterraggi di questi salti, se non avessi avuto le gambe che ho oggi non sarei rimasta in piedi", evidenzia Moioli. E qui il merito va al preparatore atletico Matteo Artina, lo stesso della sua amica Sofia Goggia, che sembra averle dato una marcia. Con la 'sorella' dello sci si sono scambiate un sms la sera prima della gara: "'Ti sento vibrare'", le ha scritto Goggia. "Ci siamo quasi, siamo a tanto così...", le ha risposto lei. "Prepararsi con Sofia è fantastico, è una macchina da guerra. Io ogni tanto sono più pagliaccio. Lei è più concentrata, a volte anche troppo. Quindi ci compensiamo". La tavola, dallo snowboard al surf, è la sua grande passione: "Sono una ragazza semplice, mi piace uscire con le amiche e passare un po' di tempo con il mio cane Rocco. Ma soprattutto, mi piace fare sport in cui ho una tavola sotto i piedi: divento matta". Con lei a Pyeongchang ha pianto di gioia anche la sua famiglia, compresa la mamma Fiorella che ha avuto l'intuizione di metterla su una tavola da giovanissima. Il resto l'ha fatto lei, con il suo talento e la sua tenacia: "E' il giorno più bello della mia vita. Me lo sono meritata".

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