Sarri e Allegri, la verità sul loro destino: chi va via e chi resta
La sfida per lo scudetto è stata così lunga e intensa che ha sfinito sia il vincitore, Allegri, che il vinto, Sarri. È come se Juve e Napoli avessero spinto al massimo i motori fino a fonderli e necessitino di un passaggio al mercato degli allenatori per un nuovo equipaggiamento, perché il logorio è troppo profondo per essere curato dall' interno. È un paradosso il fatto che le prime in classifica debbano sostituire i mister, ma l' impressione è che Allegri e Sarri siano ormai al capolinea dei rispettivi, folgoranti, cicli. Il quadrienno bianconero di Allegri nella migliore delle ipotesi non si schioderà dal risultato abitudinario: scudetto più Coppa Italia, Milan permettendo. Sono sempre vittorie ma sempre le stesse, che via via aumentano il rischio di non esserne più all' altezza. Inoltre, Allegri non sembra più in sintonia con buona parte dello spogliatoio. Sarri invece sa che il suo Napoli è già oltre l' apice dello splendore, ma teme che la rivoluzione della rosa a cui sta pensando De Laurentiis (così avvisato, a Sky Sport: «Se il club non può tenere 6-7 giocatori il ciclo è finito») costerebbe tempo per inserire i nuovi e quindi punti. E Sarri vuole vincere per liberarsi dell' etichetta di bravissimo perdente. In sostanza, è diversa la dinamica, con un finale identico. La dirigenza della Juve terrebbe Allegri, ma dubita che abbia ulteriori motivazioni; De Laurentiis, dall' altra parte, tramite l' intervista di settimana scorsa al Corriere ha spinto Sarri alla porta. Dunque si pensa ad altro per il futuro. Il primo nome nella lista di Agnelli è Ancelotti, perché ha vinto tre Champions (la tanto agognata Champions) e attirerebbe grandi giocatori, mentre Conte è il preferito di De Laurentiis perché basterebbe per giustificare un progetto diverso. Tra le alternative, Simone Inzaghi è l' unico nome in comune tra Zidane (dovesse perdere la finale, il Real lo libererebbe e avrebbe il gradimento totale dei tifosi juventini, a differenza di Carletto) e Luis Enrique per la Juve, Giampaolo e Fonseca (Shakhtar) per il Napoli. Ma le alternative saranno vagliate solo nel caso in cui dovessero collassare i ponti che, passando da Londra, tra Arsenal e Chelsea, conducono ad Ancelotti e Conte. L' Arsenal per il dopo Wenger desidera un allenatore abituato a vincere. I soliti noti: Ancelotti, Luis Enrique o il preferito Allegri. L' approdo a Londra di Max spingerebbe Ancelotti verso la Juve: in sostanza, farebbe felici tutti. Sarri invece flirta con il Chelsea, regalando un' occasione d' oro a De Laurentiis: dal tavolo della trattativa potrebbero alzarsi tutti con il sorriso. Tornerebbero i conti: gli 8 milioni di clausola che Abramovic pagherebbe al Napoli per Sarri (entro il 31 maggio. Lo fece già nel 2011, 15 milioni al Porto per Villas Boas) sono quasi gli stessi che dovrebbe a Conte per il suo ultimo anno di stipendio (10,5 milioni) qualora assecondasse la voglia di esonerarlo, e che Conte dovrebbe invece al Chelsea in caso di dimissioni (penale nel contratto), e che De Laurentiis girerebbe all' ex ct per la sua prima stagione al Napoli. Il triangolo sì, in questo caso è considerato. di Claudio Savelli