Milan cinese, l'inizio della fine: Li Yonghong non paga 32 milioni, cosa farà il Fondo Elliott
Il Milan ora è più americano che cinese. Nell'attesa di scoprire chi sono gli investitori Usa interessati al club rossonero, la certezza è che Li Yonghong non ha versato i 32 milioni di euro dell'aumento di capitale stabilito dall'ultimo CdA. Il bonifico, il cui limite era fissato per le 17 di venerdì, non è arrivato, e ora sarà il Fondo Elliott di Paul Singer a coprire l'ammanco, e per Yonghong non è una buona notizia. Ora dovrà rimborsare il fondo per l'ennesimo "prestito" ma la scadenza è dietro l'angolo, il 10 luglio. Alla luce dell'impossibilità di reperire questi 32 milioni (è la prima volta che accade, da un anno a questa parte), tutto lascia supporre che possa non riuscirci nemmeno tra tre settimane. Oppure, altra ipotesi, che ci riesca ma solo trovando il nuovo socio (molto probabilmente americano, stando alle ultime voci). In caso contrario, Elliott avvierà l'iter giudiziario per la riscossione del pegno, una strada inclinata che conduce dritto dritto al passaggio di proprietà dal cinese insolvente al fondo avvoltoio a stelle e strisce, che poi cercherebbe in proprio un nuovo acquirente. Sportivamente, per il Milan rischia di diventare la parola fine sulla speranza di venire ammesso alla prossima Europa League. Di fronte a una sentenza negativa dell'Uefa data per scontata, il Milan avrebbe potuto confidare di ribaltare il verdetto al Tas solo con buone notizie sul fondo societario, dimostrando cioè la presenza di un nuovo socio economicamente ben più solido di Mister Li.