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Milan, Elliot mette subito 150 milioni. Missione: riprendersi l'Europa

Gino Coala
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«Riprendiamoci quello che è nostro». Si potrebbe sintetizzare così la prima missione del Milan americano. Convincere il Tribunale arbitrale dello sport (il Tas) che il vento è cambiato. Che la gestione oscura di Yonghong Li è ormai il passato e che i motivi per i quali il club di via Aldo Rossi è stato escluso dall' Europa League non esistono più. Come fare? Le armi del fondo americano sono sostanzialmente due. La prima è nelle cose. Uno dei motivi per i quali l' Uefa aveva bocciato le richieste di voluntary e settlement agreement riguardava l' incertezza sull' esito del rifinanziamento del debito da 380 milioni (compresi interessi e commissioni varie) con scadenza ottobre 2018 che Li aveva con Elliott. A oggi nella sostanza delle cose quel debito non esiste più. La seconda è in fieri. L' hedge fund Usa infatti vuol rispondere anche a un' altra perplessità evidenziata dai controllori dei conti di Nyon: l' incertezza sul patron. Quando Elliott si era speso con una lettera a garanzia di Li, infatti, alla commissione investigativa non era bastato. Anche il fondo era considerato come una proprietà transitoria. Bene, un aumento di capitale da 150 milioni potrebbe essere sufficiente a dimostrare che Paul Singer fa sul serio. Che non è qui di passaggio, ma vuol rimettere ordine nel Milan prima di cederlo al miglior offerente. POCO TEMPO Basterà a cambiare le carte in tavola? Possibile. Ma questa non è che la prima mossa del fondo a stelle e strisce. I manager a lavoro sul Milan sanno che il tempo è tiranno e stanno spingendo il piede sull' acceleratore. C' è da fare un mercato (il Milan è che si è riunito lunedì è partito in netto ritardo rispetto alle concorrenti) e da presentarsi il 19 luglio davanti al Tribunale arbitrale per ribaltare la sentenza dell' Uefa che ha escluso i rossoneri dalle coppe. Così in due giorni Elliott ha praticamente completato il procedimento di escussione del pegno. Un record. Lunedì con il cambiamento del cda delle due società lussemburghesi (via i consiglieri indicati da Li) che controllano il Milan (la Rossoneri Champion Investment e la Rossoneri Sport Investment) e ieri con il passaggio delle azioni alla Project Redblack, la scatola creata ad hoc dallo stesso Elliott con il fondo d' investimento Blue Skye. Insomma al di là delle frasi di rito la triste era di Yonghong Li è finita per davvero ed è iniziata quella americana. GLI UOMINI Ovvio che i progetti passano per gli uomini. E proprio per questo la scelta dei dirigenti del nuovo Milan sarà fondamentale. Ci saranno delle sorprese e si cambierà molto. A partire dal cda. Che sarà modificato a seguito dell' assemblea che dovrebbe tenersi il 21. Paolo Maldini avrà un ruolo chiave. Un personaggio carismatico con il cuore rossonero. Caratteristica imprescindibile perché è stato uno degli elementi (Gattuso a parte) più carenti dell' ormai precedente gestione. di Tobia De Stefano

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