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Lotito-Inzaghi, Biasin: "Ingiusto 'intercettare' il presidente della Lazio"

Matteo Legnani
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Hanno rotto le scatole a Claudio Lotito, presidentissimo della Lazio, perché a sua volta avrebbe rotto le scatole a Simone Inzaghi, suo allenatore. È andata così. Un tale incrocia Lotito. Non sappiamo «quando», presumibilmente attorno a Ferragosto. Lotito cammina e parla al telefono. Anzi, grida. E il tizio lo riorende. Il presidentissimo dice così: «Simone, decido io, non decidi te. Te lo sto dicendo in tutte le salse: voglio avere la certezza di chi sta male e chi non sta male. Ti stai sempre a lamentare, di tutto. Hai una squadra che vale dieci volte quello che valgono le altre». L' intercettazione ambientale - definiamola così - finisce nel devastante mondo dei social network e tutti fanno 1 + 1 +1: «Simone = Inzaghi = maretta tra i due». Fine della fredda cronaca. Anzi no, c' è la replica della Lazio, per mezzo di un comunicato pubblicato sul sito ufficiale: «In riferimento alla telefonata diffusa via Internet a firma di TrediciDicembre (@ivantarsitano), nel confermare l' errata interpretazione del colloquio fraudolentemente carpito, è stato dato incarico ai legali di identificare l' autore e chi l' ha diffusa e procedere in tutte le sedi civili e penali nei confronti di chiunque sia responsabile del fatto e della sua diffusione». Insomma, la Lazio smentisce e si incazza da par suo. Telefonata privata - Ora, siamo onesti. Lotito non gode di «buona stampa» e, certo, ha 34369489 difetti, ma in questo caso non gli si può davvero rimproverare nulla. Il patron biancoceleste parla al telefono (il «suo» telefono), con un allenatore (il «suo» allenatore) e si limita a dire quel che pensa, ovvero che il «suo» allenatore abbia un po' rotto le balle quanto a lamentele. È una telefonata privata che diventa pubblica perché così funziona nell' era della moderna comunicazione e che, comunque, non ci arrapa più di tanto per un milione di motivi. Ci limitiamo a riportarne qualcuno: 1) Lotito in privato ha il diritto di dire quel che vuole, soprattutto a un suo dipendente. 2) Riprendere la gente che parla al telefono - per quanto sia famosa - è una porcheria. 3) È giunta ora di combattere il malcostume di chi non ha ancora imparato che il detto «fatti i cazzi tuoi che campi cent' anni» non è solo buono per vivere a lungo, ma anche per garantire un minimo di decenza a questa nostra società drammaticamente «globalizzata». Dice il precisino (i commenti qua e là sui social si sprecano): «Lotito è personaggio pubblico, stava urlando e quindi è giusto così». Giusto così? Cioè, siamo arrivati davvero al punto di dover temere che i fatti nostri diventino pubblici perché Ciccio Pasticcio ha comprato il cellulare di ultima generazione e, quindi, si prende la libertà di sputtanarci su pubblica piazza? Non scherziamo, suvvia. Sabato contro Cristiano - Lotito non è esempio di buone maniere e tutto quello che volete, ma qui ha tutte le ragioni di arrabbiarsi. Anche con Inzaghi? Probabilmente sì. La Lazio dopo aver «smarrito» la qualificazione alla Champions League all' ultima giornata a vantaggio dell' Inter, ha perso all' esordio in campionato contro il Napoli di Ancelotti. Normale che il presidente del club si possa far venire i cosiddetti «cinque minuti». Sabato è in programma Juventus-Lazio, partita succulenta che dirà molto delle capacità di reazione dei biancocelesti, impegnati a trovare un modo per fermare sua maestà Cristiano Ronaldo*. * Grazie a questo «pirotecnico» finale, anche questo articolo è riuscito a coprire la «quota Ronaldo», ovvero l' obbligo morale del giornalista di citare il Supremo anche quando non c' entra una fava. di Fabrizio Biasin

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