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Cristiano Piccini, chi è il terzino italiano da 80 milioni scartato dalla Fiorentina

Davide Locano
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Sul profilo Instagram di Cristiano Piccini compare una scritta eloquente: «Dedication», dedizione. In effetti, senza quella, il terzino destro fiorentino la possibilità di vestire la maglia azzurra, a 26 anni, l'avrebbe abbandonata da un pezzo. È un predestinato a metà, Piccini. Tifoso Viola da tre generazioni, venne allevato nel settore giovanile della sua squadra del cuore fino ai 18 anni. In un Fiorentina Cagliari 1-0 del dicembre 2010 venne persino gettato nella mischia della serie A dall'allora tecnico Sinisa Mihajlovic. Mentre le riserve si stavano scaldando il mister mandò a chiamare «Cristiano». Piccini scattò subito in avanti, ma gli dissero che intendeva Cristiano Zanetti. Poi, però, l'ingresso in campo lo fece anche lui, uno dei ragazzini prodigio del vivaio viola che pur di giocare a Firenze accettò di passare da esterno alto a terzino. Leggi anche: Federico Chiesa, addio Fiorentina? Ecco chi lo vuole Dopo aver assaporato la gloria, a Piccini è toccata la gavetta. La Fiorentina l'ha scaricato, mentre lui ha iniziato a peregrinare tra la B e la C: ha vestito le maglie di Carrarese, Spezia e Livorno prima del grande salto nella Liga spagnola: nel 2014 arriva al Betis Siviglia. Gusto il tempo di prendere le misure con l'Andalucia e arriva la doccia gelata: a gennaio 2016 il ginocchio fa crack e Piccini resta fermo quasi un anno. Lui, allora, ha deciso di tirare fuori la «dedication». Nel 2017 passa allo Sporting Lisbona, non per la pensione anticipata come tanti connazionali, ma per rilanciarsi ad alti livelli e ritrovarsi contro la “nemica” Juventus in Champions (a ottobre 2017 i bianconeri vinsero 2-1 a Torino e pareggiarono 1-1 a Lisbona). La scorsa estate lo compra il Valencia, lo blinda con una clausola da 80 milioni e gli consegna una maglia da titolare: ha messo assieme 7 presenze complete su 8 in campionato, più altri 90' contro il Manchester United all'Old Trafford. Ora, complice l'infortunio di D'Ambrosio, ha conquistato persino la maglia azzurra. E stavolta non c'è nessun equivoco. di Daniele Dell'Orco

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