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Inter, Luciano Spalletti tradito dal suo integralismo

Davide Locano
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Poco meno di un anno fa, scrivevamo che l' Inter non era all' altezza di Spalletti. Ora la sensazione è opposta. Vuol dire che la squadra è cresciuta, ma anche che l' artefice di questa crescita oggi corrisponde a colui che sembra dubitarne. Il punto è che sono cambiate le esigenze dell' Inter, ma non è cambiato il mister. L' anno scorso la squadra aveva bisogno dell' ordine e del pragmatismo di Spalletti perché era l' inizio di un nuovo progetto sulle macerie dei precedenti. Ma l' anno zero è ormai alle spalle: la rosa ha più certezze di quante ne suggerisca la critica (da Skriniar a Icardi, passando per Brozovic: la spina dorsale), dunque ai nerazzurri serve una nuova e diversa linfa. Ma è come se Spalletti non si fidasse fino in fondo della squadra. Altrimenti non si spiega il "braccino" degli ultimi tempi. Contro la Juve, togliendo Politano, sembrava volersi accontentare del pareggio, dopo che l' Inter aveva disputato il miglior primo tempo della sua gestione. Nelle ultime due di Champions ha invertito gli approcci: a Wembley, la squadra ha giocato con disciplina mentale e tattica, quando poteva invece sfruttare il jolly-qualificazione e approcciare il match senza calcoli come invece ha fatto contro il Psv, dove invece era necessario controllo. E di nuovo, sostituendo Politano, Spalletti ha dato equilibrio ma inibito l' arrembaggio: così il destino si è voltato verso l' audace Tottenham. Da sempre, l' Inter ha bisogno di follia per trovare l' equilibrio. Nella pratica, di un guizzo tattico o comunicativo. Una sorpresa, un azzardo. Mourinho vinse tutto a Stamford Bridge quando schierò 4 attaccanti, iniettando la scarica di elettricità definitiva per il Triplete. Spalletti potrebbe, ad esempio, azzardare Lautaro con Icardi (insieme solo alla prima con il Sassuolo, perché mezza rosa era indisponibile) in gare in cui l' Inter non è favorita, come contro Barça o Juve: educherebbe la squadra al coraggio. Perdere per via di un equilibrio impossibile sarà sempre meglio che perdere senza averci provato. Disse Walter Sabatini che «Spalletti è il dirimpettaio della follia»: è giunta l' ora di dimostrarlo. Perché l' Inter ne ha dannatamente bisogno. di Claudio Savelli

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