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Fausto Coppi, il segreto dell'Airone era il fratello Serse: morto lui, è iniziato il declino

Giulio Bucchi
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Si dice che dietro a un grande uomo ci sia sempre una grande donna. Non è stato così per Fausto Coppi, che di donne ne ebbe due, entrambe, a loro modo, inadatte. La prima moglie, Bruna Ciampolini, era di vedute troppo limitate per comprendere le esigenze di un campione conosciuto in tutto il mondo; la seconda, Giulia Occhini la "Dama Bianca", era troppo presa dal Fausto "personaggio" per capire fino in fondo il Fausto uomo. Così ad aiutare l' Airone di Castellania a reggere il peso della fama, dei sacrifici e dei momenti difficili (che a dispetto della leggenda, non furono pochi) è stato un uomo: suo fratello minore Serse. Di lui racconta il giornalista Sky Lucio Rizzica nel bel libro Serse Coppi, l' angelo gregario. Fratello di sangue e di vento (Infinito edizioni, pp 228, 14 euro). Di quattro anni più giovane Serse Coppi inizia come tutti i suoi fratelli a faticare nella vigna di famiglia. Con le mani zappa e rassoda la terra, ma con la mente e le gambe sogna la bicicletta, non solo o non tanto come attrezzo sportivo, ma soprattutto come mezzo d' evasione dalla piccola Castellania. Rispetto al fratellone, Serse è più gioviale, gli pace far tardi la sera, vestirsi alla moda e, soprattutto, ama le donne. La sua teoria, che nella società del politicamente corretto di oggi lo porterebbe certamente alla sbarra, è che «Se la donna è brutta... è meno sfruttata...». E nei paesi del Tortonese lui prova a non farsene scappare nessuna. Le scappatelle - Fisicamente Serse è più basso rispetto al fratello, forse anche più gobbo ma, come dicono i compagni di doccia, anche ben fornito nei punti giusti. E poi ci sa fare, oh se ci sa fare. Per evadere Serse se ne inventa di tutti i colori. Una volta decide che deve andare a trovare una ragazza appena conosciuta a Villalvernia, ma in casa Coppi c' è il coprifuoco. Così subito dopo cena si offre di andare a controllare che gli animali nella stalla siano pronti per la notte. Scende, fa il suo dovere, poi in gran silenzio sfila la scala dalla stalla e la posiziona proprio sotto la finestra della sua camera. Nel rientrare in casa fa un baccano pazzesco: sale le scale trascinando rumorosamente i piedi e sbatte la porta della sua camera non prima di aver urlato a squarciagola la buonanotte a tutta la famiglia. Una volta in camera si veste di tutto punto, si cala dalla finestra usando la scaletta e via dalla sua bella. Quando giunge a destinazione tira un sasso alla finestra e scala la facciata della casa per strappare un bacio. Un vicino, però, lo scambia per un ladro e per poco Serse, invece del bacio, rimedia una schioppettata. Un' altra volta, sempre per andare a fare festa, si fa aiutare dal cugino Egidio a spingere la sua nuova motocicletta, una Gilera Saturno 500, fuori dalla porta di casa, col motore spento. Ma Fausto, che lo conosce bene, se ne accorge e appena mette il parafango fuori dalla porta, apre la finestra e investe il fratello con una serie di moccoli irripetibili. E Serse? Guarda l' amato Fausto, gli sorride e poi via, a caccia d' avventure... Cacciatore per ridere - E a proposito di caccia, anche nelle battute è sempre al fianco del fratello, solo che mentre Fausto prende la mira e implacabilmente abbatte la preda, Serse spara a vuoto per far scappare gli uccellini. Accanto al Serse "demone" c' è però anche il Serse "angelo custode" del fratello. Il ciclista che sa che non diventerà mai un campione, ma che sa pure che deve stare al fianco del fratello come un fedele scudiero. Per questo Fausto prova a dargli una disciplina. Come quando lo porta a Tortona al Collegio di Biagio Cavanna, il mitico massaggiatore cieco che al solo tocco dei muscoli capisce se sei un campione o un brocco. Serse ci va un po' di malavoglia, si siede sul lettino, si fa palpare, poi Cavanna inizia a snocciolare le regole della casa (sveglia alle cinque mezzo, 60 km a cronometro, colazione, altri 120 km, poi massaggi, cena frugale e a letto presto, tutti i giorni...), ma non fa in tempo a finire l' elenco che Serse ha già infilato la porta. No, l' accademia di Cavanna proprio non fa per lui. Nonostante questo suo temperamento guascone, Serse si rivelerà essere un buon corridore, capace di guadagnarsi la fiducia dei compagni di squadra. Tecnicamente se Fausto predilige le corse a tappe, le cronometro e le grandi salite, Serse è bravo a ricucire le fughe ed un rapinatore da volata, con uno scatto felino che spesso gli consente di regolare il gruppo sotto il traguardo. Come alla Parigi-Roubaix del 1949, la sua unica grande vittoria da professionista. E anche questa non poteva certo essere banale: il terzetto di testa, che era in fuga, sbaglia strada all' ingresso del velodromo. Il francese André Mahé taglia il traguardo per primo, ma accorciando il percorso, mentre alle sue spalle Serse regola in volata il gruppo. Il dopo gara è un susseguirsi di verdetti ribaltati: «ha vinto Coppi», «no ha vinto Mahé». Ne nasce un intrigo internazionale che verrà dipanato sei mesi più tardi con la salomonica decisione di dare ai due la vittoria pari merito. Intanto lui continua a pedalare a fianco del fratello. Fino al 1951 e a quel maledetto giro del Piemonte. È il 29 giugno, Fausto sta preparando il Tour dove, per la prima volta, vorrebbe venisse convocato anche Serse (allora si correva con le squadre nazionali). Per questo il più piccolo dei Coppi ci tiene a fare bella figura. Ma il destino gli è avverso: a Torino la ruota della sua bicicletta s' incastra in una rotaia del tram, Serse cade e batte violentemente la testa. Sulle prime sembra non essere successo nulla, tanto che rimonta in sella e un po' acciaccato raggiunge il traguardo. Poi va in albergo, si fa una doccia calda e inizia a star male. Dopo ore di agonia Serse viene trasportato alla clinica Sanatrix, dove gli specialisti che si avvicendano al suo capezzale non possono far altro che diagnosticare una emorragia cerebrale in fase avanzata e dunque inarrestabile. Serse muore nella notte e con lui se ne va forse anche la parte migliore di Fausto. Come spesso accade, l' importanza di Serse si comprese appieno solo dopo la sua morte. Senza il fratello minore capace di mediare con la moglie Bruna e la figlia Marina, Fausto resta come privo di bussola. S' infila in una serie di decisioni sbagliate o quantomeno discutibili che lo porteranno a diventare l' ombra di se stesso. Sono in molti tra gli Angeli custodi di Fausto a sostenere che con Serse in vita anche il suo destino sarebbe stato radicalmente diverso. Parola di Buzzati - Uno dei pochi che capì in anticipo l' importanza di Serse nella vita di Fausto fu Dino Buzzati che, inviato dal Corriere della Sera a seguire il Giro del '49, scrisse in una lunga corrispondenza: «Se Serse abbandonasse il ciclismo può darsi che d' incanto cada e Fausto si trovi all' improvviso molle come un cencio. Complici, dunque, e perciò sono tanto legati che l' uno senza l' altro non può vivere. È Serse che in realtà vince perché senza di lui Fausto sarebbe scoppiato cento volte». Serse Coppi lascia Fausto ad appena 28 anni (l' altro se ne andrà nove anni dopo). Ora i due fratelli riposano assieme, uno a fianco all' altro, come in corsa, nel mausoleo di Catellania-Coppi.  di Fabio Rubini

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