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Inter, il verdetto della partita col Tottenham? Scontato: a Conte serve un attaccante

Caterina Spinelli
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Sul campo di un Tottenham in formato Premier, schierato in una versione assai vicina a quella titolare, l' Inter è costretta a confrontarsi con il suo principale limite: se gli avversari iniziano con i giri del motore più alti, la squadra non trova le tracce disegnate da Conte durante gli allenamenti e finisce per perdere le distanze e concedere il fianco. Non è un caso che il Tottenham riesca a firmare il vantaggio dopo un avvio aggressivo: al 3' Lamela orchestra la ripartenza degli Spurs e Lucas silura Handanovic, battendo sulla rapidità Skriniar. In avvio, il Tottenham fa l' Inter, e l' Inter è obbligata a fare i conti con un contesto avverso, sconosciuto in questo precampionato: subire il rimo imposto dall' avversario. La difficoltà espone un aspetto del lavoro di Conte finora rimasto nell' ombra: quello psicologico. L' Inter non ha fretta di schivare i problemi ma si concede ad essi, li affronta, li assorbe, con pazienza, in attesa di ribaltare l' inerzia. Questo accade, nel nuovo Tottenham Stadium: dopo 20' i nerazzurri (di verde acqua vestiti) riescono a sporcare le trame degli Spurs, alzano il baricentro e il pressing, ritrovano l' identità "contiana". E così, il gol arriva come conseguenza e di nuovo non per caso è conseguenza di una combinazione tipica del calcio di Conte: dalla sinistra, Dalbert cerca gli attaccanti, disposti in verticale, mentre Sensi si muove in profondità. Basta un tocco di prima di Esposito per imbeccare l' ex Sassuolo che fredda Lloris per l' 1-1. È per paradosso un episodio che sottolinea l' importanza dell' attacco negli schemi del tecnico e il conseguente peso dell' assenza di veri centravanti a disposizione. Sia Perisic che Esposito hanno buone intenzioni, ma il primo è un pesce fuor d' acqua, mentre il secondo è fisicamente acerbo e costantemente divorato dai difensori inglesi. GLI INGRANAGGI Il destino dell' Inter è appeso al mercato perché il gioco di Conte si appoggia sugli attaccanti, ne ha fisicamente bisogno: l' obiettivo è infatti trovare al più presto una traccia verticale che inneschi la combinazione delle due punte. In assenza di queste ultime, manca l' essenziale ingranaggio ad un grande meccanismo già funzionante, nonostante sia passato solo un mese dall' inizio del precampionato (mancano 3 settimane al debutto col Lecce). Considerando che il mercato in entrata della Premier terminerà giovedì prossimo, saranno giorni decisivi per Lukaku: l' Inter non ha alzato l' offerta da 60 milioni più 5 bonus per il belga e non ha intenzione di farlo. L' esito è nelle mani di terzi, nello specifico di Dybala: qualora rifiutasse lo United, l' Inter ribadirà ai Red Devils l' intenzione di chiudere per Lukaku. È per questo che la dirigenza nerazzurra sta lavorando ai fianchi di Dybala: convincerlo a snobbare lo United, magari avvicinandolo all' Inter, significherebbe ribaltare le posizioni, costringendo la Juve a concederlo, chissà, nell' ambito di uno scambio con Icardi (il quale, però, continua a non aprire ad un addio). La ripresa scorre sul copione del primo tempo, con le due squadre che si annullano. Da un lato spreca Politano, indietro di condizione, dall' altro Son impegna Handanovic. Ai rigori trionfa l' Inter, grazie alla parata del capitano nerazzurro su Skipp e a Joao Mario. Il risultato fa morale, ma conta relativamente. Quel che è rilevante è la solidità della squadra di Conte, la cui mano fa già la differenza. Non consegnarli gli attaccanti sarebbe un sacrilegio. di Claudio Savelli

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