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Milan, mercato ed estate senza gol: quante incognite. Marco Giampaolo non ha ancora chiarito il futuro di Suso

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Cristina Agostini
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La rivoluzione c' è, ma non si vede. Il nuovo Milan riparte dagli uomini del passato con le idee del futuro da mettere subito alla prova sul campo dell' Udinese (ore 18, diretta Sky Sport). «Meglio affrontarli adesso piuttosto che fra dieci giornate, quando l' idea di gioco di Marco Giampaolo sarà ancora più radicata nei giocatori», gongola l' allenatore dei friulani, Igor Tudor. Un' ipotesi che trova conferma nelle parole dell' allenatore rossonero: «Giocheranno quelli che stanno meglio sul piano fisico e in termini di conoscenze collettive. Gli ultimi arrivati sono più indietro». Spazio allora a chi ha studiato e giocato di più finora, anche in amichevoli non entusiasmanti come l' ultima col Cesena: Musacchio e Romagnoli in difesa, a Duarte compiti extra da ripassare. Senza Theo Hernandez ko, ecco le fasce rodate con Calabria e Rodriguez. Doveva esserci Biglia al centro di questo progetto, ma per un guaio muscolare toccherà a Calhanoglu. Bennacer? Sarà limitato a un probabile spezzone di match. FIDUCIA A BORINI - A centrocampo la sorpresa è la fiducia a Borini mezzala: Krunic va in panchina, mentre Kessie resta sul mercato e perde pure il ruolo di rigorista affidato a Piatek. Al fianco del polacco ci sarà Castillejo - e non Leao - perché «alcuni giocatori praticamente non li conosco»: «Sono contento della rosa a disposizione, anche perché ho la fortuna di lavorare con dirigenti che sono stati grandi calciatori», assicura Giampaolo. «Io mi lamento solo quando nei giocatori non vedo fidelizzazione e e attenzione.  Ritardo nel progetto? Le partite si giocano anche su altri aspetti». Non sarà insomma ancora il vero Milan, tra mercato aperto e acquisti da inserire. Di sicuro, il leit motiv dell' attuale gestione finora è stato il sudore: in campo e davanti ai microfoni per il tecnico, dalla presentazione ufficiale alla conferenza pre-Friuli che arriva al termine della seduta di allenamento. Il fiatone aiuta anche a mascherare l' emozione per un debutto attesissimo - e troppo a lungo rimandato - per il 52enne ex Samp: «Trovarmi qui per me è un sogno», dice il mister abruzzese: «Ho l' idea di dove bisogna andare, ma ho bisogno di tempo. La Champions? Non siamo qui per recitare una parte». SOGNO CORREA - Il Diavolo parte con tante incognite che potrebbero mascherate o accentuate dal risultato della scommessa più pesante: quella di Suso sulla trequarti (e Bonaventura lavora a un rientro progressivo dopo l' infortunio): «All' inizio anch' io avevo qualche dubbio. Per lui avrei potuto cambiare il sistema di gioco, ma mi ha dato ampia disponibilità. Sono felice che resti, ma il mercato è ancora aperto...», dice il tecnico lasciando uno spiraglio a una possibile cessione last minute per arrivare a Correa («non lo conosco», sorride). Basterà la vena dello spagnolo per risvegliare Piatek, a secco nel precampionato? «Ha caratteristiche particolari, è un giocatore più di profondità che di palleggio. In alcuni parametri però ha mostrato più fatica degli altri. Che non segni non mi sposta nulla, non ci bado». Ma la rivoluzione non può fare a meno dei suoi gol. di Francesco Perugini

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