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Antonio Conte freddato dal Barcellona? Ma si sono viste grandi cose: questa Inter...

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Cristina Agostini
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Nel primo tempo Conte conosce l'Inter che sognava. Forse prima che Sarri abbia trovato la sua Juve ideale. La differenza in vista del derby d'Italia di domenica è essenzialmente questa, un passo diverso nel percorso che però la Juve può colmare con una maturità e una qualità superiori. È possibile che sia una sfida alla pari, dopo molti anni. Serviva all'Inter un'avversaria superiore come il Barcellona per misurare se stessa e capire lo stato dei lavori di Conte. Il giudizio è positivo stando al primo tempo, la ripresa lo ha poi ridimensionato, ma il risultato è ingiusto. L'Inter ha pagato lo sforzo per raggiungere la perfezione, uno sforzo che la Juve può evitare. Ecco l'altra differenza, la squadra nerazzurra in queste partite deve cercare il massimo di sé per essere all' altezza, quella bianconera può giocare anche al risparmio, dunque arriva con più energie nella seconda fase, dove spesso infatti cresce. Era la prima partita della stagione in cui giocava da sfavorita, forse la condizione ideale per questo tecnico reazionario. Ma era anche una partita da non perdere, difficile da interpretare. Conte l'ha preparata da grande allenatore e l'Inter l'ha assorbita da grande squadra - al contrario del Napoli a Genk, dove Ancelotti ha sbagliato la formazione e la formazione ha sbagliato la partita. C'è anche l'altro lato della medaglia che rende la lezione completa, e cioè che l'Inter nella ripresa è calata troppo e si è così ricordata di non essere perfetta. Il difetto è stata la difesa a cinque in linea davanti all'area di rigore che ha portato a un eccesso di passività. La squadra si è così ritrovata nella propria metà campo incapace di ripartire: contro le "big" diventa una falla nel sistema perfetto di Conte. Con il Barça è stata punita, ma è già tempo di Juve. di Claudio Savelli

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