Una impresa alla Bartali. Vincenzo Nibali ha vinto la 13esima tappa del Tour de France (197,5 km da Saint Étienne a Chamrousse) nel giorno del centenario della nascita di Gino Bartali, centrando il terzo sigillo in questa edizione e rinforzando la leadership in classifica generale. Il siciliano dell'Astana, in maglia gialla, ha dominato il primo tappone alpino liberandosi nel finale della scomoda compagnia dei suoi più diretti inseguitori nella generale, in particolare lo spagnolo Alejandro Valverde (Movistar), mentre l'australiano Richie Porte (Sky) era già scivolato più indietro, ed è andato a vincere in solitario. Il secondo posto posto è andato al polacco Rafal Majka (Tinkoff-Saxo), che ha preceduto il ceco Leopold Konig (NetApp-Endura), entrambi a 10". Quarto posto per Valverde, con un ritardo di 50" e ora secondo in classifica generale a 3'37" da Nibali, terzo il francese Bardet a 4'24". "Sono molto contento perché oggi lo scopo era quello di cercare di guadagnare il più possibile nei confronti dei miei principali avversari, in particolare su Porte e Valverde - ha commentato a caldo un euforico Nibali -. Porte si è staccato subito, è rimasto Valverde e su di lui ho guadagnato quanto potevo". L'avversario più temibile per l'italiano, ad oggi, sembra il caldo. "E' stato incredibile, sembrava di essere a Palermo e Messina, mancava solo il venticello - ha scherzato Nibali -. Non sono riuscito nemmeno ad esultare, è stata una salita lunghissima, era caldissimo, ero stanchissimo, pensavo solo di arrivare al traguardo". La vittoria è giunta nel giorno dell'anniversario di Bartali ma anche della morte di Fabio Casartelli, morto in corsa a Tarbes nel 1995: "E' vero, quello che è successo a Casartelli, ero molto piccolo, ma me lo ricordo molto bene. Ieri era anche l’anniversario della scomparsa di Kivilev, grande amico del mio team manager Vinokurov".
