Milan, Diego Abatantuono: "Mister Bee? Mi inquieta, avrei preferito Mister Champions"

di Giulio Bucchidomenica 30 agosto 2015
Milan, Diego Abatantuono: "Mister Bee? Mi inquieta, avrei preferito Mister Champions"
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Diego Abatantuono, storico tifoso milanista, oggi inizia il campionato, come vede la squadra dopo i tanti acquisti estivi?   «Veniamo da anni dove c’era poco da stare allegri. Finalmente abbiamo un allenatore con esperienza, abbiamo preso giocatori e nuovi e da quello che ho visto fin qui mi sembra che ci siamo».   La preoccupa l’arrivo di mister Bee?   «Sinceramente è una di quelle cose che mi lasciano indifferente. Berlusconi non è certo un pivello, quindi se ha deciso di procedere con questa operazione è perché pensa di fare il bene del Milan. C’è solo una cosa che mi inquieta...».   Quale?   «Che per una squadra come il Milan che punta a restare sempre in serie A, avere un presidente che si chiama “Mister B” non è il massimo, avrei preferito si chiamasse “Mister Champions...”».   L’assessore allo sport di Milano, Chiara Bisconti, ha detto che a settembre incontrerà Inter e Milan e che per i bene di San Siro una delle due lo deve lasciare all’altra. Lei da tifoso milanista che ne pensa?   «Non conosco i dettagli della vicenda, ma non capisco perché Inter e Milan non possano mettersi d’accordo, fare un investimento importante per rendere San Siro bellissimo per entrambe le squadre. Si potrebbe sfruttare la zona delle scuderie, fare un’area con ristoranti, negozi, i musei delle due squadre».  L’amministrazione però ha bocciato il progetto del «quarto anello», dice che Inter e Milan non si accorderanno mai, e punta al doppio stadio.   «Fanno tutto al contrario. Invece di salvare gli alberi li segano e invece di rivitalizzare la zona delle scuderie e dell’ippodromo che è tra le più belle di Milano costruiscono un nuovo stadio... E poi cosa vuol dire è impossibile che trovino l’accordo. Stiamo parlando di sport e nulla è impossibile. Poi adesso con tutti gli avvocati che hanno, magari se si parlano tra orientali c’è pure il “rischio” che si capiscano».   di Fabio Rubini

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