Luis Enrique, addio alla Roma: "Sono molto stanco, mi fermo per un anno"

domenica 13 maggio 2012
Luis Enrique, addio alla Roma: "Sono molto stanco, mi fermo per un anno"
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Roma, 12 mag. - (Adnkronos) - "Sono stanco, è il momento giusto per andare via". Luis Enrique dice addio alla Roma. Il tecnico spagnolo chiude l'avventura sulla panchina giallorossa e se ne va. "Me ne vado perché sono molto stanco, ho dato il 100%. Non recupererò questa forza durante l'estate, come faccio a essere utile alla squadra? Non allenerò il prossimo anno", dice l'asturiano, che si congederà con la gara in programma domani a Cesena. "E' stata un'avventura bellissima, è stato un grande orgoglio allenare la Roma. Ho speso tutta la mia energia per arrivare in un bel porto. Per me questo lavoro è una passione, forse devo pensare in maniera diversa ma sono fatto cosi': preferisco un anno così intenso piuttosto che 3 vissuti piano piano", dice nella conferenza alla vigilia dell'impegno sul campo dei romagnoli. "Il mio lavoro va giudicato in base ai risultati, ho sempre detto che non mi sarei mai attaccato alla sedia. Se qualcuno pensa che non mi sono comportato bene in qualche momento, chiedo scusa". Il futuro della Roma, dice Luis Enrique, è roseo: "La società può prendere decisioni e preparare la prossima stagione. Non ho mai pensato di dimettermi dopo una sconfitta. Ora si può ripartire con l'estate, non è un anno buttato. Io ho fatto i primi passi, ora toccherà ad un'altra persona: avrà la forza che a me manca. Non so chi sarà il prossimo allenatore". L'annata romana è stata caratterizzata dal rapporto 'vivace' con i media. E anche l'ultima conferenza pre-partita è un'ulteriore conferma: "Due giorni fa, ho avuto una riunione con la mia squadra e con il mio staff. Ho detto quello che pensavo e quello che sentivo, ho salutato i giocatori in spagnolo. Ho parlato con il cuore, non lo dimenticherà mai. Devo muovere una critica", dice. "Tutto quello che è stato detto è una bugia. Qui, su un foglio, ho tutto quello che è stato detto ai giocatori. Non lo mostrerò, ma è qui. Ed è diverso da quello che è uscito sulla stampa: dovrei essere abituato, ma mi dà fastidio. Questo è un bel posto, ma c'è bisogno di aiuto", afferma prima di lanciare un 'appello': "Spero che chi arriva dopo di me non debba soffrire quello che ho passato io. L'ambiente qui è duro per gli allenatore? Meglio se parlate tra voi... Non tocca a me dare consigli, ma servirebbe un po' più di pazienza...", dice rivolgendosi ai cronisti. "La conferenza dopo la partita -aggiunge successivamente- è stata la cosa più massacrante". Nessun problema, invece, con il simbolo della Roma: "Dopo un'esclusione gli ho detto che non c'era nessunissima guerra nei suoi confronti, anzi. Ho parlato tante volte di Totti, mi sto quasi innamorando. Mia moglie è un po' preoccupata... Francesco è stato speciale. E' stato un piacere allenarlo, è un campione".