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Giovanni Trapattoni, la svolta social e la lezione a quello Strunz del Coronavirus

Davide Gondola
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In questa tragedia, in questa tremenda esigenza di fare capire a tutti, ma proprio a tutti cosa c'è in ballo - la nostra vita, il nostro presente e futuro - non sorprende che ai non dotatissimi responsabili della comunicazione dei palazzi romani non sia venuto in mente di tirarlo in ballo, di chiedergli aiuto. Ma Giovanni Trapattoni non è un grande mica per niente, mica solo perché può sempre tirare fuori quell'elenco telefonico di scudetti, coppe, coppette, record. Giovanni Trapattoni, anzi, scusate, @giovanni_iltrap, sa arrivare al cuore della gente anche solo guardando in camera, fissare con i suoi occhi limpidi, parlare con quella voce ancora inconfondibile alla faccia del completamento del suo 81esimo anno su questa Terra.

I MESSAGGI
Lo sa bene, il Trap, e allora dal salotto di Cusano Milanino, assistito dal nipote Riccardo Felici che è il suo "social media manager" (scommettiamo che il pur brillantissimo Mister non usa questa definizione), ha colto la palla al balzo - quattro giorni fa - per girare un videino di pochi secondi e buttarlo sul suo profilo Instagram. «Adesso è il momento di stare tutti in difesa. Io resto a casa». Il suo trademark da allenatore vinci tutto e l'appello, lo slogan, l'hashtag di questo drammatico momento italiano: durata totale, secondi 7. Centinaia di migliaia di views, condivisioni come se piovesse, commenti, ringraziamenti.

L' altro ieri, il gol del 2-0: stavolta la leva è stato il compleanno, e la conseguente ondata di auguri a cui rispondere con un messaggio comune. Festeggiava in casa con l'eterna metà Paola, ci ha fatto sapere il Mister, e avrebbe riunito la famiglia in videochiamata, come uno ventenne smart e fuorisede. Prima, ancora una volta, la richiesta diretta soprattutto ai suoi coetanei, di cui conosce perfettamente le difficoltà di un isolamento, e la paura di venire coinvolti, di cascarci dentro: le terrificanti statistiche di queste settimane le sa benissimo, il Trap.

Allora «stay home, stay safe», come fosse ancora il c.t. dell'Irlanda, o tentasse di farsi capire in qualche angolo d'Europa alla sua irresistibile maniera. State a casa, coscritti, «non siate testardi, chiedete aiuto, usate i dispositivi tecnologici per combattere la solitudine». E poi, il colpo di genio: rimanete in forma, perché gli stili di vita scorretti uccidono più del virus. Letto così, pare un messaggio superficiale, fuorviante. In realtà, prova ad alleviare l'ansia del popolo dei capelli bianchi, che agli angoscianti bollettini delle ore 18 vede spesso allegato l'incommentabile commento: «Ma il XX% aveva più di 70 anni». Difesa, Italia, difesa e contropiede, come ai tempi belli del Milan di Rocco in cui mordeva il Trap, di ZoffGentileCabriniBoniniBrioScirea, della magnifica Inter dei record in cui Matthaeus e Serena creavano e Zenga conservava.

CORRERE COL CERVELLO
Prendete questo Padre Nobile dello sport, questo Italiano, capoccioni del governo, e fatene un testimonial diretto alla categoria più debole, falcidiata e indifesa di questa carneficina chiamata Coronavirus. Il Trap sta attento anche a portare fuori i suoi cani, e saprà spiegarlo ancora. Per quanto riguarda gli stolti irriducibili del running, chissà, magari il Giùann saprebbe spiegare che se corri lo dovresti fare per qualcosa, o per qualcuno, come faceva lui, o Beppe Furino. Nel frattempo, l'allenatore più amato dagli italiani sta lì tranquillo nella sua villa, e aspetta sicuro il momento giusto per uscire dal guscio, e vincere, come sempre ha fatto. Alzi la mano chi non vorrebbe fare parte ora della sua squadra. Ora più che mai.

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