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Pep Guardiola, l'appello: "Controlli impossibili, fermare le nazionali". Incubo-coronavirus per il calcio

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Pep Guardiola teme che con la pausa nazionali del prossimo mese di marzo si possa mettere a rischio la Premier, portando a un incremento del numero dei contagi di coronavirus. Così ha lanciato un appello, probabilmente condiviso da molti allenatori europei. I Citizens, primi in classifica, giocano domani giovedì 18 febbraio contro l'Everton, nel recupero di una partita programmata il 28 dicembre e rinviata quattro ore prima del calcio d'inizio.

 

 

In questo periodo City, Newcastle, Fulham e Aston Villa non hanno giocato partite e hanno dovuto chiudere i loro centri di allenamento dopo alcuni test positivi. La situazione nel frattempo si è  attenuata, con gli ultimi dati della Premier League pubblicati il 14 febbraio che hanno portato a galla solo due test positivi su 2.915 giocatori e componenti di staff dei club sottoposti a tampone nei sette giorni precedenti.

 

 

 

Ma con le qualificazioni ai Mondiali che si svolgeranno in Sud America, Asia, Nord e Centro America ed Europa e in Africa con le partite conclusive dei gironi di qualificazione alla Coppa delle Nazioni, c'è il rischio che il problema si riproponga. "La Premier League dovrebbe essere preoccupata per questo il solo modo per proteggersi da questo virus è stare a casa e socializzare a distanza. Nessun contatto, non viaggiare, non muoversi. I giocatori vanno ora con le loro nazionali ed è difficile dopo fare controlli. Quindi, purtroppo, qualcosa sta per emergere. Mi piacerebbe dire che non succederà, ma per esperienza è già successo in due o tre ondate. Se ti muovi, rischi di essere contagiato", ha spiegato il tecnico del City.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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