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Beppe Signori, scuse tardive: dopo 10 anni da incubo, ecco la "grazia" per il calcioscommesse

Leonardo Iannacci
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All'inferno e ritorno, passando da un purgatorio fatto di notti insonni, pomeriggi solitari, sguardi dubbiosi di ex amici e mesti pranzi nel ristorante del cuore che si chiama (ironia) Il Campione. Beppe Signori, da ieri, è tornato Beppe Signori. Cioè un uomo di calcio dopo l'annuncio della grazia firmata dal presidente della Figc, Gabriele Gravina, decisione che cancella la radiazione sancita nei giorni bui dell'inchiesta sul calcioscommesse, inchiesta dalla quale Signori è stato giudicato totalmente innocente. 

 

Al telefono piange lacrime di gioia il superbomber di Foggia, Samp, Lazio e Bologna, squadre per le quali ha realizzato oltre 200 gol: «Oggi ho segnato un bel gol? Eh... Grazie di cuore a tutti coloro che mi sono stati vicini in questi anni che mi hanno reso più forte: sono convinto che volontà e determinazione siano fondamentali per raggiungere gli obiettivi in ogni campo». Un attimo che vale una vita. In cuor suo capisce di aver segnato un gol speciale il vice-campione del mondo di Usa 1994. Mondiale nel quale il Beppe vestì i panni dell'indemoniato scudiero di Roby Baggio, giocando sei partite all'ala e sfiancandosi in un ruolo non suo per ordine di Arrigo Sacchi, il ct al quale pochi minuti prima della finale di Pasadena contro il Brasile rispose con scapestrato orgoglio: «No grazie, mister. Basta. La finale sulla fascia non la gioco. Sono un attaccante». Parole delle quali Signori si è poi pentito amaramente: «Una finale mondiale l'avrei dovuta giocare anche in porta!». 

Ma ricostruiamo i dieci anni orribili vissuti da questo uomo. Sbattuto sul banco degli accusati e coinvolto in un'inchiesta su una rete internazionale di calcioscommesse, dal 2011 a oggi l'ex bomber ha vissuto ai margini del calcio e della vita, finendo addirittura in carcere durante i lunghi processi kafkiani (ben tre!) che l'hanno visto alla sbarra. Giorni pieni di spine e con poche rose durante i quali l'ex azzurro è stato dipinto come un criminale, un perfido regista di partite truccate, un ex campione traditore dello sport che ama. Coinvolto in un'inchiesta a Cremona e in altri due procedimenti analoghi, a Piacenza e a Modena, ne è uscito indenne confermando che troppo spesso la giustizia italiana fa danni quando mette alla gogna innocenti o assolve criminali. 

 

Riconosciuto innocente per non aver commesso il fatto secondo i giudici di Piacenza e Modena, Signori è risultato pulito anche nel processo di Cremona dove per la sua posizione è arrivata la prescrizione. In pratica, non c'entrava un tubo. «Con l'avvocato Patrizia Brandi non abbiamo mai avuto dubbi sulla mia innocenza ma ora chi restituirà questi 10 anni?» il caustico e sofferto commento. 2011-2021, un decennio davvero tremendo durante il quale sono stati inferti colpi al cuore all'ex bomber che faceva tremare le mani ai portieri quando giocava («Non ricordo un sinistro altrettanto potente del suo, forse quello di Gigi Riva», ci confessò una volta Dino Zoff, suo allenatore ai tempi belli della Lazio). Cattiverie pesanti che hanno strofinato nervi e fisico di Beppe. Qualche anno fa, sofferente quando le accuse non lo risparmiavano, finì persino all'ospedale per una patologia seria. Rischiò la vita. Ebbene oggi, 1 giugno 2021, mille e mille giorni dopo quell'entrata negli inferi, è.

 

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